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Thesis e Flaminia
Un trionfo di Lancia per il Mattarella bis

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Ancora loro, le Lancia "presidenziali", tra i tanti orgogli della produzione motoristica italiana. E ancora lui, Sergio Mattarella, chiamato dai grandi elettori (deputati, senatori e delegati regionali) a fare il bis. Per il secondo insediamento al Colle del dodicesimo presidente della Repubblica, nel pomeriggio del 3 febbraio si è infatti ripetuta la sfilata per le vie di Roma a bordo di vetture Lancia: una Thesis Limousine e la Flaminia 335 Cabriolet Landaulet.

La limo. Con la variante fuoriserie dell’ammiraglia del 2002 il capo dello Stato si è infatti recato a Montecitorio per il giuramento davanti ai componenti delle due Camere in seduta comune, integrati dai delegati regionali. Terminata la dichiarazione, dal Gianicolo i cannoni hanno sparato a salve per 21 volte: un colpo ogni 30 secondi. E, lasciato Montecitorio, il presidente ha reso omaggio al Milite Ignoto, per poi ricevere il saluto del sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, e iniziare la tradizionale passerella a bordo della Flaminia presidenziale.   

Auto speciale. Anch’essa una fuoriserie: la Flaminia 335 Cabriolet Landaulet fa parte di una piccola flotta realizzata dalla Pininfarina per la presidenza Gronchi tra il 1960 e il 1961. Chiamata 335 per la lunghezza del passo – 3,35 metri contro i 2,87 della berlina da cui deriva – è da allora l’auto "da parata" del presidente della Repubblica. Peraltro, ciascuno dei quattro esemplari carrozzati dall’atelier piemontese per il Colle porta il nome di un cavallo della scuderia del Quirinale: abbiamo così la Belfiore, la Belmonte, la Belvedere e Belsito, le prime tre realizzate con una capote di tela ripiegabile, mentre l’ultima fu consegnata al Colle con una capote non apribile nella zona anteriore dell’abitacolo. Delle quattro, solo la Belfiore (n. di telaio 813-99-1001, targata Roma 454308) e la Belvedere (n. di telaio 813-99-1003, targata Roma 454307) sono ancora nella flotta del Quirinale. Le rimanenti, cioè la Belsito e la Belmonte sono invece ospitate, rispettivamente, dal Museo della Motorizzazione militare della Capitale e dal Mauto di Torino.

Il precedente. Com’è noto, quella di Sergio Mattarella non è la prima riconferma in Italia di un Capo dello Stato uscente. Già nel 2013 Giorgio Napolitano ottenne un secondo mandato, ma in quell’occasione l’auto "da parata" fu solo una contemporanea (e sfortunata) Lancia Thema "americana". Del resto, la cerimonia d’insediamento avvenne in una giornata dal meteo instabile e, al contrario di oggi, con un presidente non intenzionato a rimare in carica per un altro settennato: "Re Giorgio", come lo definirono il New York Times e altre testate, si sarebbe poi dimesso nel gennaio del 2015.    

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