A seguito delle indagini interne richieste dal ministero dei Trasporti giapponese dopo il caso Nissan, anche la Subaru, già alle prese con le verifiche a seguito dello scandalo Kobe Steel, ha scoperto alcune irregolarità all'interno di una delle proprie fabbriche.
Certificati irregolari. Negli ultimi trent'anni all'interno dell'impianto di Gunma, a nord di Tokyo, alcuni tecnici non certificati hanno condotto le ispezioni finali su una serie di veicoli destinati al mercato giapponese. Questa infrazione delle procedure è del tutto simile a quella avvenuta all'interno delle fabbriche della Nissan, coinvolgendo circa 255 mila vetture. Il costruttore sta considerando di effettuare dei richiami su alcune delle Subaru BRZ, Impreza, Levorg, XV e WRX uscite dalle linee produttive di Gunma, una manovra che potrebbe arrivare a costare quasi 44 milioni di dollari al costruttore nipponico.
Problemi di abilitazione. In Giappone, il ministero dei Trasporti richiede che ogni veicolo sia ispezionato da personale qualificato prima della messa in vendita. Un tecnico certificato deve apporre delle firme su alcuni documenti, convalidando l'effettiva conformità della vettura. Nel caso della Subaru, alcuni tecnici in attesa di essere abilitati alla firma dei certificati di conformità hanno siglato i documenti utilizzando il nome dei loro istruttori, una procedura che, finora, la casa aveva reputato lecita.
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