Volkswagen dà una scossa alla Roadmap E. Come? Realizzando 16 siti produttivi per veicoli elettrici entro la fine del 2022. L’annuncio arriva direttamente dal ceo Matthias Müller nel corso della conferenza stampa annuale di bilancio. Attualmente, il gruppo tedesco assembla auto a zero emissioni in tre fabbriche, ma nei prossimi due anni altri nove impianti saranno organizzati per l’elettrificazione. Müller anticipa poi accordi già raggiunti con costruttori di batterie in Cina ed Europa, per un controvalore di 20 miliardi di euro. “Questo consentirà alla Volkswagen”, spiega il ceo, “di produrre fino a tre milioni di veicoli elettrici per il 2025 e di commercializzare 80 nuovi modelli EV a livello di gruppo. Già quest’anno”, aggiunge, “altri nove nuovi mezzi, tre dei quali full electric, entreranno nel portafoglio attuale di nove auto elettriche pure e ibride plug-in".
Anche motori termici. “Stiamo facendo massicci investimenti nella mobilità del futuro”, rimarca Müller, “ma senza rinnegare le attuali tecnologie e le motorizzazioni come il diesel, che invece continueranno a giocare un ruolo importante per i decenni a venire”. Nel 2018 Volkswagen investirà quasi 20 miliardi di euro nei veicoli e nella guida convenzionali, come parte di una strategia di investimenti per 90 miliardi nei prossimi cinque anni”. La trasformazione del gruppo partita nel 2016, fa notare il numero uno di Wolfsburg, “sta diventando più concreta e tangibile ogni giorno che passa”.
Il diesel ha un futuro. Tra gli 80 nuovi modelli, Müller cita la Audi Q8 e due nuove piccole Suv per il mercato cinese (“per noi il più importante”), così come le nuove Touareg e Audi A6. Ma prima ancora di passare al dettaglio degli investimenti per la e-mobility, il ceo del gruppo Volkswagen si sofferma sulle motorizzazioni tradizionali e in particolare su quelle a gasolio. “Stiamo investendo grandi risorse economiche e facendo enormi sforzi per ulteriori e significativi passi avanti nella riduzione dei consumi e delle emissioni. Posso quindi solo sperare che per il 2019, quando entrerà in commercio la nostra nuova generazione di motori il diesel non sarà stato dichiarato morto. Perché”, insiste il ceo, “il diesel moderno è parte della soluzione, non del problema. Ed è anche un motore valido dal punto di vista della protezione del clima. Così come il metano, le cui potenzialità sono ben lungi dall’essere esaurite”.
Gamma elettrica. Il futuro, però, non aspetta e “noi siamo tornati all’offensiva”, aggiunge Müller, con investimenti per 34 miliardi di euro fino alla fine del 2022, in e-mobility, guida autonoma, nuovi servizi di mobilità e digitalizzazione. E nel 2018 spenderemo in questi settori 6,6 miliardi”. L’obiettivo è quello di elettrificare l’intero portafoglio di oltre 300 modelli, al massimo entro il 2030. Tra le auto che nasceranno ab origine elettriche già quest’anno il ceo di Volkswagen cita la Audi e-tron (500 km di autonomia) e il primo veicolo in collaborazione con la cinese Jac Motors. Nel 2019 sarà la volta della Porsche Mission E e della prima vettura della famiglia Volkswagen I.D. Da quel punto in poi “ci sarà virtualmente un lancio ogni mese e per il 2020 noi porteremo sulle strade altri 25 modelli a propulsione elettrica e 24 plug-in”. Müller mostra poi le slide con la distribuzione geografica dei 16 impianti per la realizzazione di veicoli elettrici: uno in Usa, a Chattanooga, cinque nella Greater China e i rimanenti dieci in Europa.
Un polo per le batterie. Sempre sul fronte della Roadmap E, Müller ricorda la creazione di un centro di eccellenza per la ricerca sulle batterie a Salzgitter (Bassa Sassonia), che però non esaurirà la “fame” di celle del gruppo. A cui serve una capacità di 150 gWh annua entro il 2025, pari a un volume di ordini di 50 miliardi di euro “che ne fa una delle maggiori commesse nella storia della nostra industria”.
Servizi di e-mobility. La Volkswagen ribadisce poi di avere un secondo “pilastro” di crescita, quello dei servizi di mobilità. “Con la nostra app di ride pooling Moia vogliamo colmare il gap che esiste oggi tra bus e taxi”, suggerisce Müller. Moia ha raccolto in un test ad Hannover più di 2 mila clienti con oltre 100 mila passaggi prenotati. “A fine 2018 il servizio diventerà operativo ad Amburgo, con 200 shuttle, e utilizzerà un veicolo da sei passeggeri a trazione elettrica con zero emissioni allo scarico. In più”, osserva, "abbiamo in progetto l’estensione di questo servizio ad altre città“. Anche la guida autonoma è un’area di sviluppo “con un grande potenziale”. L’esempio è il robotaxi Sedric: “Lascerà la fase di prototipo e arriverà presto sul mercato con uno dei marchi del nostro gruppo. Con Sedric siamo i primi costruttori a mostrare tutto il potenziale della piena automazione di un veicolo”, spiega ancora Müller. Ma per sviluppare compiutamente i servizi di c’è bisogno di partnership con altri colossi tecnologici: “Abbiamo accordi con Google per l’elaborazione di dati, con Nvidia per l’intelligenza artificiale e con Aurora per lo sviluppo di sistemi di guida autonoma”.
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