Il giorno decisivo per la proposta di fusione presentata dalla Fiat Chrysler alla Renault sarà martedì prossimo. La Régie, infatti, ha comunicato all'agenzia di stampa transalpina Afp di aver convocato per il 4 giugno un consiglio di amministrazione ad hoc: all’ordine del giorno, ci sarà la discussione sul progetto di aggregazione.
Possibile avvio delle trattative. Da giorni circolano indiscrezioni sulla data di convocazione del cda decisivo: alcuni organi di stampa internazionali hanno lanciato l'ipotesi di una riunione decisiva durante la prossima settimana, mentre il Financial Times, il primo a dare la notizia delle trattative avanzate tra i due costruttori, ha indicato per lunedì il giorno di convocazione. Tutti concordano, comunque, sull'esito della riunione: il cda, salvo sorprese dell'ultimo momento, intende autorizzare il management a firmare una lettera d'intenti per aprire formalmente il tavolo negoziale con la Fiat Chrysler prima dell’assemblea degli azionisti del 12 giugno.
Le critiche in arrivo dalla Francia. Intanto, la proposta di fusione continua a rimanere uno degli argomenti più discussi dagli organi di stampa transalpini o da rappresentanti di primo piano della politica e dell'economia. Nelle ultime ore si sono alzate soprattutto voci critiche sulle conseguenze dell'aggregazione: il numero uno del gruppo PSA, Carlos Tavares, ha espresso il suo scetticismo sull'operazione in una mail inviata ad alcuni collaboratori. Anche alcune importanti testate come Le Monde hanno sollevato dubbi sulla valutazione accordata alla Renault da FCA chiedendo, tra le righe, una revisione dei termini principali della proposta. In tal senso, Les Echos ha lanciato indiscrezioni su una presunta fronda interna al cda della Casa transalpina, composta da molti consiglieri desiderosi di ottenere un miglioramento delle condizioni finanziarie. Su questo punto il gruppo italo americano sembra sia stato categorico nell'affermare al quotidiano finanziario come la proposta "non sia negoziabile”, ritenendola "equa" e "approvata dal consiglio di amministrazione, da esser presa o lasciata in fretta".
Le condizioni di Le Maire. A livello politico, la questione è da giorni oggetto principale degli interventi di Bruno Le Maire, che nella sua veste di ministro dell'Economia e delle Finanze è il diretto responsabile delle partecipazione statali francesi (lo Stato ha il 15% della Renault). Sempre all'agenzia Afp, il ministro ha dichiarato che la possibile fusione rappresenta una "reale opportunità per l'industria automobilistica francese" e che per questo motivo "lo Stato vigilerà sul rigoroso rispetto delle condizioni" indicate. In particolare, i caveat affinché Parigi dia il via libera all'aggregazione sono quattro: "Il rispetto dell'Alleanza Renault-Nissan, la salvaguardia dei posti di lavoro e dei siti industriali, una governance equilibrata e la partecipazione del futuro gruppo al progetto europeo delle batterie per le auto elettriche".
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