Il Ministero dei Trasporti tedesco ha imposto alla Daimler il richiamo di 60 mila veicoli Mercedes per la presunta presenza di software per la manomissione dei test sulle emissioni. L'ordine, emesso tramite l'autorità di vigilanza KBA, riguarda le Mercedes-Benz GLK 220 CDI prodotte tra il 2012 e il 2015.
Indagini anche su altri modelli. Il gruppo tedesco, nel confermare l'ordine ricevuto dalle autorità federali, ha ribadito il suo impegno a collaborare con i funzionari della KBA ma, al contempo, ha annunciato la sua intenzione di presentare un ricorso contro il richiamo. Il ministero, tra l'altro, ha deciso di ampliare anche ad altri modelli della gamma Mercedes l'indagine partita ad aprile e arrivata già alle prime conclusioni: i test hanno dimostrato il rispetto dei limiti sulle emissioni solo con l'attivazione di una determinata funzione del software di controllo. E' per lo stesso motivo che la Volkswagen è stata costretta nel 2015 ad ammettere di aver installato un software per il controllo delle emissioni scatenando, così, uno scandalo che ha progressivamente interessato tutto il settore automobilistico con indagini riguardanti tutti i maggiori costruttori. Da allora la Daimler ha richiamato 3 milioni di veicoli per risolvere il problema dell'eccesso di emissioni dei motori diesel.
L'impatto finanziario. Lo scandalo è finora costato alla Volkswagen oltre 30 miliardi di euro ma anche la connazionale di Stoccarda ne sta pagando le conseguenze, seppur di entità decisamente inferiori. La Daimler ha infatti lanciato ieri un nuovo "profit warning" (allarme sugli utili) sui risultati finanziari del 2019 a causa dell'impatto negativo degli accantonamenti necessari per coprire i costi di richiamo e riparazione dei veicoli diesel. L'utile operativo è previsto ora sugli stessi livelli del 2018 (11,1 miliardi di euro) e non più in leggera crescita. La revisione, hanno spiegato da Stoccarda, è legata a un "aumento degli accantonamenti per i vari procedimenti governativi in corso e per le misure relative ai veicoli diesel". L'entità delle nuove disposizioni, che saranno contabilizzate nei risultati del secondo trimestre e non sono state collegate direttamente all'ultimo richiamo, non è stata precisata nel dettaglio. La Daimler si è, infatti, limitata ad indicare un "elevato importo di tre cifre in milioni di euro". Per il gruppo tedesco, alle prese con diverse inchieste tra Europa e Stati Uniti, si tratta del terzo allarme sugli utili lanciato dallo scorso giugno per colpa sempre dell'impatto dei richiami e delle indagini delle autorità. La Daimler ha richiamato l'anno scorso oltre 770.000 veicoli diesel in tutto il mondo, di cui 280.000 nella sola Germania, mentre lo scorso aprile è stata messa sotto accusa dalle autorità antitrust europee per un presunto cartello con i gruppi Volkswagen e BMW per bloccare l'adozione di tecnologie per l'abbattimento delle emissioni inquinanti.
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