Con il regolamento 2018/858, in vigore da oggi, la Commissione Europea assume più poteri nell'ambito del controllo delle emissioni e della sicurezza dei veicoli. D'ora in poi, l’istituzione presieduta da Ursula von der Leyen avrà il compito di verificare la conformità dei mezzi e potrà intervenire direttamente, imponendo richiami ai costruttori. Le norme, che incidono anche sull’indipendenza degli enti certificatori e impongono agli Stati membri controlli periodici sui veicoli già in circolazione, sono state proposte dalla Commissione nel 2016 come risposta al dieselgate, per poi essere approvate dal Parlamento Europeo e dal Consiglio Ue nel 2018.
Intervento diretto. Grazie al nuovo regolamento, l’istituzione di Palazzo Berlaymont può verificare la conformità dei veicoli con test in laboratorio o su strada e, in presenza di violazioni delle norme che regolano i processi di omologazione - per esempio, quando viene scoperto un defeat device - può dare il via ad azioni di richiamo nell’Unione Europea, avvalendosi anche di sanzioni fino a 30 mila euro per veicolo circolante. A tal fine sono stati investiti 7 milioni di euro per la costruzione di due nuovi laboratori al servizio del Centro comune di Ricerca (JRC), il servizio scientifico interno della Commissione. Va detto che fino a ieri i richiami e le multe potevano essere emessi solo dall'autorità nazionale responsabile dell’omologazione del veicolo.
Valutazioni super partes. La nuova normativa prevede che i servizi tecnici di cui si avvalgono le autorità nazionali di omologazione debbano essere sottoposti a valutazioni indipendenti, secondo una check-list prefissata e allegata allo stesso regolamento. La loro designazione va poi comunicata alla Commissione Europea, la quale valuta l’operato delle stesse autorità nazionali di omologazione con accertamenti a campione delle certificazioni rilasciate nei cinque anni precedenti al controllo.
Controlli sul parco circolante. Il nuovo regolamento impone controlli sui veicoli circolanti e su quelli presenti nelle concessionarie, dovendo gli Stati membri sottoporre un campione minimo di vetture da provare e adottare misure nei confronti dei modelli non conformi. Il tutto senza attendere l'intervento dell'autorità che ne ha rilasciato l’omologazione.
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