Negli ultimi mesi Carlos Tavares ha più volte espresso perplessità sulla mobilità elettrica, in particolare per i costi troppo alti e la scarsa accessibilità dei veicoli a batteria, ma sempre con modi pacati e concilianti. Oggi, invece, l’amministratore delegato del gruppo Stellantis si è spinto un po' più in là, chiamando in causa anche le istituzioni. A suo avviso, infatti, il passaggio ai veicoli elettrici è una decisione calata dall'alto e imposta "con brutalità" dai governi: "Se offri una mobilità pulita accessibile solo ai clienti ricchi, non avrai un impatto significativo sulle emissioni di carbonio", ha aggiunto il top manager. "È difficile vendere un'auto a batteria da 30 mila euro quando le persone possono acquistare il corrispondente modello tradizionale alla metà del prezzo”.

Le sfide del settore. Il settore, quindi, deve affrontare una sfida di non poco conto: mantenere "accessibili" soluzioni per una mobilità pulita. Ma non si tratta di un obiettivo facile da raggiungere, visto quanto sta accadendo negli ultimi mesi, soprattutto sul fronte produttivo. La carenza di semiconduttori, infatti, sta colpendo "duramente" l’intero mondo delle quattro ruote e spingendo i costruttori a rivedere totalmente la catena delle forniture per non andare incontro a una situazione insostenibile dal punto di vista economico. "Più a lungo durerà la crisi dei chip, più difficile sarà sostenere l'attuale modello di business dell'industria automobilistica", ha argomentato Tavares, ribadendo le preoccupazioni espresse dal suo gruppo in occasione della pubblicazione dei dati sulle consegne e i ricavi del primo trimestre. Stellantis ha indicato un peggioramento della crisi dei chip per i tre mesi tra aprile e giugno e un miglioramento solo nella seconda parte dell’anno, ma non ha escluso ripercussioni anche nel 2022. Tuttavia, la carenza di semiconduttori non è il solo problema che sta affrontando il settore automobilistico: Tavares, infatti, ha ricordato anche i forti rincari nei prezzi delle materie prime. 

Guida autonoma lontana. Il manager lusitano ha ribadito il suo ottimismo sulla possibilità di fornire adeguate risorse ad alcuni brand del costruttore nato dalla fusione tra FCA e PSA. All’interno del nuovo gruppo, per esempio, c’è spazio per tutti e tre i marchi premium, Alfa Romeo, Lancia e DS perché "sono perfettamente complementari". Tavares ha anche escluso ancora una volta la possibilità di nuove operazioni straordinarie per il suo gruppo: "Voglio essere chiaro, in questo momento ho abbastanza da fare, sto cercando di creare Stellantis", ha affermato l’ad parlando di possibili operazioni di consolidamento settoriale in Cina dal 2022. Non è mancata una domanda sul destino dell’impianto inglese di Ellesmere Port, da mesi a rischio chiusura senza un aiuto del governo britannico per agevolare eventuali investimenti su nuovi modelli elettrici. Attualmente le trattative con Londra sono "estremamente positive" e quindi "ci si sta muovendo nella giusta direzione". "Siamo in attesa del via libera dell’amministrazione del Regno Unito", ha proseguito. Infine, un passaggio sulla guida autonoma, che, a suo avviso, "non prenderà mai il sopravvento completamente: ci sarà sempre spazio per il piacere di guida".