Industria e Finanza

Stellantis
"Vogliamo sostenere il rilancio di Alfa Romeo e Maserati"

Stellantis
"Vogliamo sostenere il rilancio di Alfa Romeo e Maserati"
Chiudi

Carlos Tavares è stato "chiaro ed esplicito" nella sua prima conferenza stampa nella veste di amministratore delegato di Stellantis: nel futuro di alcune importanti Case italiane come l'Alfa Romeo e la Maserati la parola d'ordine sarà rilancio e non certo ridimensionamento. "Siamo al primo giorno di Stellantis, dunque è prematuro parlarne, ma va riconosciuto il valore altissimo di questi brand iconici", ha affermato il manager portoghese. "Dobbiamo fare valutazioni su come sostenere la crescita redditizia di queste aziende, che non rappresentano solo un patrimonio storico ma anche una ricchezza. Il piano strategico di Stellantis non è ancora stato predisposto, ma stiamo lavorando a come rendere questi grandi marchi del lusso ancora più redditizi. Vogliamo sostenerne il rilancio: lo voglio dire in modo assolutamente chiaro ed esplicito".

Nessuna chiusura. Tavares è stato interpellato su molteplici argomenti, dalla Brexit all'elettrificazione, dalle strategie in Cina alla gestione dei 14 marchi in portafoglio. Il nuovo ad ha trattato anche il delicato tema della salvaguardia della rete produttiva italiana, da molti considerata più a rischio rispetto a quella francese per la presenza dello Stato transalpino nell'azionariato del nuovo gruppo. Il manager, tuttavia, è stato molto chiaro anche su questo fronte: Stellantis consentirà non solo di salvaguardare le attività già esistenti, ma anche di garantire nuove produzioni e di superare problematiche che, magari, sarebbero sorte senza la fusione tra la Fiat Chrysler e la PSA. "Il nostro impegno nella fusione è non chiudere nessuno stabilimento, voglio ribadirlo", ha sottolineato Tavares lanciando un messaggio forte ai sindacati italiani in vista dell'incontro di domani. "Le sinergie non metteranno a repentaglio i posti di lavoro, ma agiranno come uno scudo e permetteranno di tutelarli". In sostanza "Stellantis porterà più efficacia ed efficienza a tutti gli stabilimenti, in Italia e non solo, grazie alle sinergie che renderanno i business plan più sostenibili per alcuni modelli su cui c'erano incertezze", ha spiegato Tavares. "Grazie all'effetto scala e alla possibilità di creare veicoli con costi minori c'è la capacità di creare business model più sicuri per modelli sui cui prima non si potevano prendere decisioni. Questi modelli diventeranno più redditizi". Pertanto "ci saranno più modelli, più attività negli stabilimenti e il personale sarà più tutelato dappertutto e in particolare in Italia". Le sinergie, quantificate in 5 miliardi di euro (per l'80% già "nei prossimi quattro anni"), non saranno generate da tagli occupazionali: "C'è tanto da fare nel settore automotive per ottimizzare i costi", ma "l'occupazione rappresenta davvero una quota poco significativa di questo processo".

Più modelli Fiat. Del resto il gruppo parte con un portafoglio di 14 marchi iconici per i quali, tramite la condivisione delle piattaforme, si aprono nuove opportunità di crescita: uno dei brand che potrebbe beneficiare maggiormente della fusione sarà la Fiat. "Abbiamo gli strumenti giusti per creare modelli Fiat più giovani. Se dovessimo pensare di offrire vetture redditizie potremo farlo grazie alle economie di scala, come abbiamo già fatto con la nuova Opel Corsa, che in Germania ha vendite superiori alle sue dirette concorrenti. Dobbiamo farlo con un'efficienza maggiore negli stabilimenti italiani e ci riusciremo perché porteremo un benchmark interno che consentirà loro di migliorare qualità e costi. Dobbiamo ancora iniziare a lavorare ma questa è la direzione", ha precisato il top manager lanciando, però, un avvertimento: "Non dovremo fare quello che abbiamo fatto con Opel, cioè eliminare dei modelli per via della CO2. Non abbiamo problemi di emissioni con la Fiat".

L'elettrificazione. Il tema delle emissioni, tra l'altro, è collegato alle strategie per l'elettrificazione, unico argomento illustrato da Tavares facendo leva su numeri precisi. "Oggi è il primo giorno della nostra nuova storia. È l'inizio di un viaggio entusiasmante per un'azienda ben posizionata per competere nei mercati globali, con 39 veicoli elettrificati disponibili entro la fine del 2021", ha anticipato l'amministratore delegato spiegando che il nuovo gruppo partirà con 29 versioni alla spina e quindi ne aggiungerà altre dieci nei prossimi mesi per arrivare nel 2025 a offrire una variante elettrica per ogni modello. "La sfida - ha aggiunto - è non solo offrire vetture pulite, ma anche accessibili per i nostri clienti".

Prezzi alti per l’elettrico. Proprio l’accessibilità dei veicoli alla spina rappresenta per Tavares una questione di non poco conto. "Abbiamo la tecnologia e le capacità produttive per l'elettrificazione dei nostri modelli, ma dobbiamo fare in modo che siano sufficientemente convenienti rispetto al potere d'acquisto dei cittadini", ha spiegato. "Sapete che l'elettrificazione comporta un forte incremento del costo: o le aziende si mettono da sole in difficoltà perché riducono i margini o aumentano i prezzi per proteggere la marginalità, e in questo caso perdono una parte della clientela, oppure si trova un'altra soluzione. L'elettrificazione, per ora, non sta portando a soluzioni che si possono permettere le classi medie, quindi la domanda è da rivolgere ai governi: che cosa intendono fare per far tornare i conti e quindi ridurre le emissioni? Vogliamo continuare a proporre nuove tecnologie? Oppure vogliamo fare come in altre regioni? In ogni caso i prezzi devono essere sufficientemente convenienti per garantire la mobilità dei cittadini. A conti fatti è una decisione di natura politica. Non spetta a noi decidere. Noi forniamo le tecnologie, le capacità di produzione, i servizi di marketing e di vendita. La domanda è: i cittadini si possono permettere questo tipo di soluzioni? E questa domanda è da rivolgere ai governi e non a noi: noi diamo delle soluzioni, un supporto. Di fatto, l'elettrificazione non è una tecnologia a basso costo, è complessa, onerosa, con costi che si ridurranno solo con gli effetti di scala, con i volumi. Inoltre, non è una tecnologia che si può dispiegare in tutto il mondo: molte comunità non hanno il potere d'acquisto necessario per permettersi l'incremento di costo che comporta un motore elettrico". 

Carlos_Tavares_John_Elkann_Stellantis

Problema Cina. Altra sfida è rappresentata dalla Cina. "Ora, insieme, abbiamo l'opportunità di fare meglio in Cina e anche in altri mercati", ha spiegato Tavares, aggiungendo, in merito all'ipotesi di nuove joint venture, che "i risultati registrati in Cina finora sono deludenti. Stiamo facendo un'analisi per capire le cause di questa situazione, abbiamo un team dedicato che dovrà proporre una nuova strategia vincente. Non escludiamo nulla, aspettiamo l'esito di questa analisi. Vogliamo capire problemi e criticità, dovremo fare di più e meglio". Di sicuro nell'analisi troverà spazio anche l'esito delle trattative tra la Fiat Chrysler e la Foxconn per una collaborazione nel campo dei veicoli elettrici.

Brexit. Tavares, che ha ribadito la disponibilità a lavorare con brand come Apple o altri big tecnologici, ha anche affrontato il tema della Brexit e i timori dei sindacati britannici su un ridimensionamento della presenza produttiva ereditata dalla PSA. "Durante le trattative relative alla Brexit siamo rimasti tranquilli sperando nella sottoscrizione di un accordo tra Regno Unito e Ue che portasse a un esito positivo. Una parte della produzione dovrà rimanere nel Regno Unito e l'accordo è in linea con la produzione e gli investimenti di Stellantis in Europa e in Uk. Stiamo valutando le diverse possibilità che si stanno affacciando, ma l'accordo è un primo passo importante. Poi verranno fatte valutazioni strategiche nel merito". "Aspettiamo di vedere cosa farà il governo britannico per tutelare l'industria dell'auto nazionale", ha aggiunto senza escludere a priori nuovi investimenti, in particolare su veicoli elettrici, come chiesto espressamente dai rappresentanti dei lavoratori. Tavares, che ha messo in chiaro come non sia stata ancora presa nessuna decisione sul ritorno della Peugeot negli Stati Uniti, è stato però chiaro anche su questo fronte: gli investimenti dipendono molto dalle regole del gioco stabilite dai governi e se queste vengo “stravolte” e “il business model viene distrutto”, allora “a un certo punto il margine di manovra diventa sempre più stretto e bisogna prendere decisioni adeguate. Ripeto: Stellantis è uno scudo protettivo a patto che si facciano regole accettabili”.

COMMENTI([NUM]) NESSUN COMMENTO

ultimo commento
ultimo intervento

Stellantis - "Vogliamo sostenere il rilancio di Alfa Romeo e Maserati"

Siamo spiacenti ma questo utente non è più abilitato all'invio di commenti.
Per eventuali chiarimenti la preghiamo di contattarci all'indirizzo web@edidomus.it