Le associazioni di rappresentanza dei concessionari del gruppo Stellantis hanno inviato una lettera al presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, per illustrare le attuali difficoltà delle reti di vendita nella commercializzazione di auto elettriche e per chiedere di "prendere in considerazione modifiche legislative che faciliterebbero una transizione più graduale" verso il 2035.
Target irragiungibili. "Attualmente, le reti di distribuzione di Stellantis stanno riscontrando notevoli difficoltà nel soddisfare i severi obiettivi per le vendite di veicoli elettrici, imposti sia dal produttore che dalle imminenti normative Ue, mentre le condizioni di mercato non supportano ancora tale crescita dei volumi", avvertono le associazioni Aecp (concessionari Peugeot), Accde (Citroën e DS), Adefca (Fiat, Lancia, Abarth, Alfa Romeo, Jeep e Fiat Professional) ed Euroda (Opel e Vauxhall), sottolineando la discrepanza esistente tra i progressi tecnologici delle Bev e della rete di ricarica e le esigenze della maggior parte dei consumatori, o addirittura la "crescente riluttanza" della clientela all'acquisto di auto a batteria. "Crediamo fermamente che gli obiettivi di riduzione della CO2 stabiliti per il 2025 non siano realizzabili nelle attuali condizioni di mercato", aggiungono le organizzazioni. "La mancanza di veicoli elettrici a batteria (Bev) accessibili, combinata con un'infrastruttura di ricarica insufficiente, ha creato un divario significativo tra i requisiti normativi e le capacità del mercato. L'elevato costo dei Bev, guidato dall'attenzione del settore sui modelli premium, ha ulteriormente ostacolato l'adozione di massa, rendendo questi obiettivi irraggiungibili entro i tempi previsti".
"Una situazione economica insostenibile per l'intero settore". I concessionari assumono, quindi, una posizione divergente rispetto a quella di Stellantis, che invece "rimane ottimista circa il rispetto di queste severe normative Ue". "Dal nostro punto di vista, è chiaro che il settore non è ancora pronto a raggiungere il volume necessario di vendite di veicoli elettrici", scrivono ancora le associazioni. "Questa crescente divergenza tra obiettivi normativi, prontezza del mercato e aspettative del produttore", si legge poi nella lettera, "è motivo di preoccupazione". "Non è stata una sorpresa quando la maggior parte dei produttori europei, tramite Acea, ha chiesto un rinvio di questi obiettivi: una proposta che sosteniamo pienamente". Inoltre, i concessionari ritengono l'attuale sistema di misurazione delle emissioni allo scarico "incoerente con gli obiettivi di decarbonizzazione", e pertanto chiedono "un approccio olistico, che tenga conto dell'intero ciclo di vita della produzione". Un altro passaggio riguarda le conseguenze dei nuovi requisiti in vigore l'anno prossimo: "Se il quadro attuale rimane invariato, i produttori dovranno affrontare significative sanzioni finanziarie. Queste multe porterebbero inevitabilmente a una riduzione dei volumi di produzione all'interno dell'Ue, che a sua volta diminuirà drasticamente i volumi che noi, come distributori, possiamo vendere. Questo scenario creerebbe una situazione economica insostenibile per l'intero settore, minacciando posti di lavoro e aziende lungo tutta la filiera". "In conclusione, vi esortiamo rispettosamente a prendere in considerazione modifiche legislative che faciliterebbero una transizione più graduale verso gli obiettivi del 2035. Siamo fiduciosi che questo approccio consentirà un passaggio più sostenibile ed equo alla mobilità elettrica, a vantaggio di tutte le parti interessate. Apprezziamo la vostra attenzione alle nostre preoccupazioni e attendiamo con ansia la possibilità di un dialogo costruttivo", concludono le quattro associazioni.
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