A seguito dell'annuncio del richiamo di 1,2 milioni di vetture del marchio Nissan vendute sul mercato giapponese, il ministero dei trasporti locale ha effettuato alcune perquisizioni all'interno delle fabbriche della Casa. I raid, che hanno inizialmente coinvolto quattro stabilimenti per poi essere ampliati anche ad altri due impianti, hanno portato alla luce che gran parte dei veicoli destinati al mercato interno è stata sottoposta a controlli da parte di personale non autorizzato.
Nessun problema di sicurezza. Oltre ai test di routine a cui vengono sottoposte tutte le auto prodotte, per i modelli destinati al mercato giapponese sono richiesti dei collaudi aggiuntivi effettuabili unicamente da parte di personale certificato. Durante le ispezioni, i funzionari statali avrebbero trovato invece alcuni timbri di tecnici certificati applicati su documenti firmati da addetti privi di certificazione e, dunque, non abilitati allo svolgimento delle verifiche previste dalle leggi giapponesi. Nonostante questo, Hiroto Saikawa, attuale ceo della Nissan, subentrato a inizio anno a Carlos Ghosn, ha sottolineato come per tutti i veicoli sottoposti a richiamo non vi sia alcun problema per quanto riguarda la sicurezza. M.M.
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