Dalla Ford Cortina alla Chevrolet Bel Air, passando per le attuali Hyundai Santa Fe e Maserati Levante. Sono tantissime le auto che, nel corso della storia, hanno adottato nomi di famose località sparse in giro per il mondo. Luoghi capaci di evocare, almeno secondo le logiche dei costruttori, la filosofia e l’anima del modello. Uno dei casi più recenti riguarda senza dubbio la nuova Alfa Romeo Stelvio. I vertici della casa di Arese hanno scelto il leggendario passo italiano, meta di pellegrinaggio per migliaia di motociclisti e appassionati della guida, per identificare il carattere sportivo della loro prima Suv.
Alfa Romeo Stelvio 2.2 diesel: 180 CV posson bastare?
Con la Stelvio sullo… Stelvio. Per scoprire se questo nome è veramente così azzeccato, abbiamo deciso di provare la Sport utility del Biscione proprio sulle curve dello Stelvio. Quindi su un percorso molto impegnativo, che ha tutte le carte in regola per mettere alla prova le doti dinamiche. Per raggiungere Trafoi, sul versante altoatesino, partendo da Bormio, in Valtellina, bisogna affrontare 75 tornanti, uno più stretto dell’altro, e una pendenza massima del 7,7%. Senza dimenticare che il passo vero e proprio, in cima alle Alpi Retiche, si trova a 2.758 metri sul livello del mare, cifra che lo colloca automaticamente tra i valichi più alti d’Europa.

Al volante del 2.2 diesel 180 CV. Per rendere la prova ancora più insolita non abbiamo scelto la Stelvio in versione top di gamma, ma abbiamo preferito un esemplare spinto dal 2.2 turbodiesel da 180 CV (anche perché nei mesi passati abbiamo già dedicato ampio spazio sia alla versione turbodiesel da 210 CV, che a quella benzina da 280). Un motore decisamente più abbordabile, che deve fare i conti con 30 CV in meno rispetto al suo fratello maggiore, ma che può contare tutto sommato su un valore di coppia analogo. Sono 450 infatti i Nm a disposizione (contro i 470 del 210 CV), per di più in maniera immediata, già a 1.750 giri/min.
Non costringe a rinunce. Ed è questo il segreto principale che non fa rimpiangere la variante a gasolio più potente, anche su un percorso impegnativo come quello che ci stiamo lasciando alle spalle. La Stelvio si arrampica senza esitazioni sul passo come uno stambecco, perfettamente a suo agio anche in questa versione “depotenziata”. Il merito va però anche ad altri alleati. Da un lato, all’ottimo cambio automatico ZF a otto rapporti, tarato in maniera sopraffina dagli ingegneri italiani. Dall’altro alla raffinata trazione integrale Q4 che, privilegiando sempre la coppia al posteriore, non mortifica il piacere ma al contrario lo esalta, regalando una valanga di motricità in più, ma solo quando serve davvero.
Le doti del telaio. In pratica anche il 180 CV lascia emergere in tutta la sua purezza la bontà di un telaio eccezionale, che rende la Stelvio davvero unica nel panorama delle Suv compatte di alta gamma. Lo sterzo, del resto, è sempre quello che abbiamo imparato a conoscere sulla Giulia prima e sulla Suv dopo: semplicemente il più rapido e il più diretto in circolazione, così fulmineo che costringe a ritarare il proprio stile di guida, almeno per i primi chilometri. E poi c’è il peso, davvero contenuto (fino a 150 kg meno della concorrenza diretta), che restituisce una dinamica esaltante, nonostante il baricentro alto tipico delle Sport utility.
Rispetto al 210, cosa cambia. La differenza più grande si riduce quindi solo all’allungo, che sulla versione da 210 CV risulta più corposo, ma comunque solo nella parte alta del contagiri. Quindi anche la versione da 180 CV ha dimostrato di essere all’altezza non solo della propria fama, ma anche del proprio nome. In compenso, la versione meno potente porta con sé una serie di vantaggi non trascurabili. Da un lato, un prezzo più invitante in fase d’acquisto (circa 1.000 euro in meno, a parità di allestimento), dall’altro un costo più contenuto rispetto al diesel da 210 CV per quanto riguarda il bollo e i costi di esercizio, sensibilmente inferiori.
Novità in autunno. Tornare al volante della Sport utility italiana ci ha permesso anche di scoprire qualche novità in arrivo nei prossimi mesi. A ottobre infatti è prevista l’implementazione di Apple CarPlay e Android Auto nel sistema multimediale. Ma in autunno sarà disponibile anche il Pack Performance che, come già visto sulla Giulia, porterà a bordo della Stelvio le sospensioni regolabili e il differenziale autobloccante posteriore. Più avanti potrebbe arrivare anche una inedita variante “entry level” con motore turbodiesel da 150 CV e trazione posteriore, mentre rimangono fuori dai giochi, almeno per il momento, il cambio manuale e i fari full Led.
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