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Renault
Al volante della Mégane R.S. e R.S. Cup

Carlo Di Giusto da Jerez de la Frontera (Spagna), Carlo Di Giusto
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L’idea che nel mondo dell’auto ci sia ancora spazio per macchine come la nuova Renault Mégane R.S., in fondo è rassicurante. Magari il concetto di hot hatch è un filo fuori moda, oggigiorno, ma è innegabile che, per chiunque abbia una percentuale di ottani nel sangue, le berline sportive abbiano sempre esercitato un certo fascino. Soprattutto quando sono fatte così: allargate, sfacciate e vistose. E con tutti i numeri del caso: 280 CV e 390 Nm di coppia massima.

Sterzata integrale. Ora, la Mégane R.S. è una specie di mostro sacro nell’ambito della sua categoria: le due generazioni passate si sono guadagnate il rispetto degli appassionati sull’asfalto e quest’ultima, naturalmente, non vuole essere da meno. Così, laddove persino un motore dalla potenza specifica monstre oggi potrebbe non bastare a fronteggiare l’agguerrita concorrenza, ecco che debuttano le quattro ruote sterzanti, un patrimonio tecnologico riservato finora a vetture di ben altro calibro.

Precisa come un bisturi. Il loro intervento, va detto, si percepisce sotto forma di una qualità della guida sopraffina, di una stabilità elevata e di un’agilità in curva fuori catalogo, oltre naturalmente a un diametro di sterzata particolarmente ridotto, che fa comodo in manovra. La sensazione è quella di guidare un bisturi affilatissimo, capace di “sentire” ogni millimetrica variazione. E di rendere possibili ripensamenti di traiettoria dell’ultimo minuto, senza generare imbarazzi al retrotreno o al guidatore.

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Subito forte. È anche una questione di precisione, sensibilità e prontezza dello sterzo, tutte caratteristiche di cui la Mégane R.S. non difetta. Anzi, il livello di confidenza che s’instaura tra pilota e macchina è tale da mettere subito pressoché chiunque nelle condizioni di spingere, lasciando oltretutto un bel margine di sicurezza. Perché pare che alla Renault questa volta abbiano voluto ritagliare uno spazio anche per coloro che una macchina così la vogliono guidare tutt’i giorni, in barba all’assetto rigido e instaurando stretti rapporti col benzinaio, possibilmente. Il perché ce l’ha spiegato il computer di bordo: 16,4 l/100 km. Ok, non siamo andati pianissimo.

R.S. Drive. Le modalità di guida sono cinque, considerando anche quella “personale”: in Race vengono meno i controlli elettronici e non è il caso; in Confort tutto viene rallentato ai limiti della sopportazione, così il meglio viene fuori in Neutral, che sarebbe la modalità standard, e soprattutto in Sport, che trasforma la Mégane R.S. in qualcosa di estremamente reattivo sui fronti dello sterzo e del cambio, il “noto” sei marce a doppia frizione del gruppo transalpino. Il motore ha un discreto allungo, un sound autentico tutto sommato apprezzabile (ma s’è sentito di meglio, compreso lo stesso quattro cilindri montato sull’Alpine A110) e una generosa disponibilità a girare basso.

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Domani è un altro giorno. Volendo, si potrebbe obiettare che il gusto di questa Mégane si comincia a percepire da un certo ritmo in su, quando si manifestano le condizioni propizie per esaltare le sue qualità, cioè abbondanza di curve di ogni tipo e zero traffico, come qui, nel sud della Spagna, nei dintorni del circuito di Jerez de la Frontera. Dove ci aspettano domani per farci provare la nuova Mégane R.S. con telaio Cup e cambio manuale.

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Telaio Cup. Per prima cosa, vorrei tranquillizzare i lettori: se il problema è la forma dell’antenna, allora potete stare sereni, perché la Mégane R.S. con il telaio Cup ne ha una a pinna di squalo. Seconda cosa: wow! Qui, sul circuito di Jerez de la Frontera, la Mégane R.S. ha tirato fuori il suo meglio, e cioè il fatto di essere predittiva, progressiva, sincera e pulita. Oltretutto, il telaio Cup prevede altre chicche, tipo il differenziale anteriore Torsen quando, come nel nostro caso, il cambio è il manuale a sei marce e i dischi bimateriale opzionali. Il resto è affidato all’assetto ribassato e gli ammortizzatori (anche qui con gli esclusivi smorzatori idraulici) più rigidi.

In pista. La Mégane R.S. con il telaio Cup è una macchina sincera, stabilissima e precisa. Ed è per questo che la velocità di percorrenza in curva supera quella che l’istinto di sopravvivenza suggerirebbe di tenere. Ma s’impara in fretta ad andare forte. L’avantreno comanda perentoriamente anche quando, opportunamente sollecitato, il posteriore perde il suo l’aplomb: le eventuali divagazioni sono progressive e ampiamente sotto il controllo dello sterzo, puntuale a correggere le sbavature e gli errori di valutazione. E, a bordo, si sentono lottare assetto e differenziale contro la fisica e prendere il sopravvento anche quando la situazione sembra disperata. Zero pattinamenti, un’azione autostabilizzante e la giusta sensibilità alle variazioni dell’acceleratore e dell’angolo di sterzo. Ed è in questi istanti che tutto il resto passa in secondo piano.

In consegna a maggio. Dunque, alla Renault hanno messo insieme un’altra R.S. comme il faut. Agli aficionados del genere non resta che sapere quanto e quando: 35.350 euro per la R.S. Sport manuale, 36.950 per la R.S. con il doppia frizione Edc e 1.600 euro in più per il telaio Cup (con l’antenna bella...). La si può prenotare da subito, ma le consegne cominceranno a primavera inoltrata, maggio appunto. 

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