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Dakar 2017
Primo acuto della Toyota di Al-Attiyah

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Se il buon giorno, come si dice, si vede dal mattino, le Toyota possono guardare con fiducia alla Dakar 2017. La prima tappa, infatti, le ha viste occupare le posizione di vertice, con Al-Attiyah autore della migliore prestazione, Roma della terza e De Villiers della quinta. A intervallare le Hilux, un altro pick-up, il sorprendente Ford Ranger dello spagnolo Xavier Pons, staccato di 24” dal leader della corsa, e Sainz, quarto a 33” con la prima delle Peugeot 3008 DKR. Loeb, Despres e Peterhansel, con le altre vetture del Leone, hanno finito rispettivamente al sesto, ottavo e dodicesimo posto; migliore dei piloti Mini è risultato il saudita Al Rajhi, settimo, mentre Hirvonen si è accontentato del nono posto e e Terranova dell’undicesimo.

Prudenza. Una prova speciale-spettacolo, voluta per beneficiare il pubblico numeroso ed entusiasta del Paraguay e lunga solo 39 km, e percorsa in 25 minuti ha, naturalmente, il significato di poco più di uno shakedown, in una gara lunga e dura come la Dakar. E le Peugeot, per ammissione del team principal Bruno Famin, l’hanno affrontata con prudenza, con lo scopo di verificare che tutto fosse a posto in vista d’impegni ben più gravosi. Quindi, è presto per trarre delle conclusioni, anche se i pick-up giapponesi hanno mostrato i muscoli. Tra l’altro, Al-Attiyah non è stato immune da problemi, nonostante la brillante prestazione: verso la fine della prova, a una decina di chilometri dall’arrivo, ha avvertito odore di bruciato, dovuto a un principio d’incendio sviluppatosi sotto il cofano della sua Hilux. La vettura ha comunque raggiunto il bivacco, per essere sottoposta ai controlli del caso. Le sorprese, in ogni caso, non mancheranno.

Graduatoria. La classifica generale, ovviamente, rispecchia quella della prima tappa: Al-Attiyah, quindi, si gode la leadership al bivacco argentino di Resistencia, poco oltre il confine col Paraguay, con un vantaggio di 24” su Pons; seguono Roma (a 29”), Sainz (a 33”), De Villiers (a 41”) e Loeb (a 55”). Poi, il distacco supera il minuto, per Al-Rajhi (1’06”), Despres (1’14”) e Hirvonen (1’20”). All’arrivo risultano tutti gli italiani in gara con le auto, in posizioni comprese tra la 61esima e la 71esima.

I commenti. Dopo la tappa, Al-Attiyah ha espresso soddisfazione per il risultato, ma non ha nascosto qualche preoccupazione per il problema manifestato dalla sua Toyota; tra gli altri protagonisti, Hirvonen ha raccontato come la speciale fosse veloce, ma nascondesse qualche buca e qualche salto a sorpresa. “Devo ammettere”, ha aggiunto con grande onestà l’ex rallista finlandese, “che tendo a rallentare troppo sui percorsi con molti salti: mi manca ancora un po’ di feeling con la macchina, in queste situazioni. Aspetto di guidare domani in una vera speciale da cross-country, piuttosto che in un’altra prova sprint”. Dei piloti Peugeot, Loeb ha trovato la prova “molto complicata, poco adatta alla nostra macchina, stretta e veloce, tanto da indurre a non prendere rischi”; Despres, invece, si è detto preoccupato per le prossime tappe “a causa delle condizioni meteo degli ultimi giorni”. A Peterhansel, invece, questa speciale ha ricordato molto il rally brasiliano del Seroes: “Sono stato molto prudente”, ha concluso, “anche perché non correvo da sei mesi e ritrovare il ritmo richiede tempo. Non mi sono sentito del tutto a mio agio e ho voluto prendere dei margini di sicurezza: devo svegliarmi!”. L’onestà dei piloti, prima di tutto.

Seconda tappa. Oggi s’inizierà a fare sul serio: la seconda tappa, da Resistencia a San Miguel de Tucuman, è lunga infatti 803 km, 275 dei quali di prova speciale. I concorrenti affronteranno la zona argentina detta del Chaco, molto polverosa; in caso di pioggia, però, la polvere si tramuta in fango insidioso. E.D.

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