E così, eccola qua. Attesa con malcelata trepidazione da schiere di giovani professionisti, impazienti di sistemare racchette da squash, accessori per la barca e borse Luis Vuitton in un mezzo adeguato al loro brillante "lifestyle", l'Audi "A4 Avant" entra in scivolata nel settore delle station di misurato prestigio.

L'abbiamo provata nell'allestimento destinato a raccogliere i maggiori consensi del pubblico, quello dotato dell'ormai classico motore turbodiesel di 1.9 litri da 96 kW-130 CV. Perfetta per gli impegni sociali e per quelli sportivi, la "Avant" è il solito esempio di eleganza formale declinato alla tedesca: colpisce il livello di compiutezza qualitativa dell'abitacolo (disegno, attenzione di montaggio, cura del dettaglio) ed è difficile trovare qualcosa fuori posto nella plancia e, in generale, nella definizione dei vari comandi relativi alla guida.

La sensazione di essere a bordo di un'auto di categoria superiore prosegue intatta anche quando si innesta la prima e si incitano i 130 CV del "TDI" a esprimersi al meglio. Regolare, silenzioso, progressivo, questo motore si trova a proprio agio in autostrada, dove il battito già di per sé sommesso del diesel scompare senza lasciare il posto ai sospiri aerodinamici.

Le prestazioni sono paragonabili a quelle delle altre sorelle, cugine e nipoti dotate dello stesso "1900": lusinghiere accelerazione e ripresa, contenuti i consumi. Alla massima velocità autostradale (cioè quella fissata dalla legge) si percorrono ancora 14 km con un litro.