Una volta erano le giardinette a essere considerate automobili da lavoro. Poi sono arrivate le multispazio, piccoli van strettamente imparentati con le utilitarie più diffuse, che sono diventate le "company car" preferite dagli imbianchini, dagli idraulici, dagli elettricisti, dagli artigiani in genere. Ora, anche per queste vetture tuttofare si prospetta il momento del riscatto. Come si evince guardando la rinnovata "Doblò", macchina che si presta onorevolmente ad assecondare passioni e hobby ingombranti.

Il recente restyling, che ha coinvolto principalmente il frontale, ha addolcito le forme, rendendo la "Doblò" un po' più moderna e un po' più elegante. Le lievi modifiche ai fanali posteriori hanno ingentilito le linee della coda, che però resta squadrata come il cubo di Rubik: qui è la funzione a influenzare il design, tant'è vero che la multispazio torinese (costruita in Turchia) ha ben poche rivali in fatto di abitabilità e di capienza. La "Doblò" resta ancora un punto di riferimento nella sua categoria (e non solo) grazie ai 618 litri di bagagliaio misurati a livello della cappelliera con tutti e cinque i posti in posizione d'utilizzo.

L'altra grossa novità della "Doblò" è il motore 1.3 Multijet da 85 cavalli. Prima ancora di capire quali siano le sue potenzialità abbinate al corpo vettura della multispazio Fiat, il piccolo quattro cilindri turbodiesel si fa notare per la sua notevole discrezione. La rumorosità molto contenuta la apprezzi subito, ancora a motore freddo, persino in accelerazione. E in marcia, a velocità costante, il rumore del motore è appena avvertibile.

La Fiat "Doblò" è probabilmente la multispazio più divertente da guidare, l'unica ad avere un moderato accento sportivo, che rende più piacevoli gli spostamenti. La sensazione è quella di essere al volante di una buona automobile, non certo di un mezzo commerciale. In pratica, guidando la "Doblò", si ha una migliore percezione di cosa stiano facendo le ruote: i segnali che arrivano al volante sono autentici, poco filtrati, affidabili. E questo è indubbiamente un pregio. Ne è una conferma la sperimentata solidità del retrotreno, che nonostante l'assenza dell'Esp, non si scompone neppure quando viene impegnato da manovre violente.