Quasi cinque metri (4,89 per la precisione), sette posti veri e una linea che più americana non si può. La prima "torinese" yankee è una crossover, via di mezzo tra Suv, monovolume e famigliare sportiveggiante. Nata sulla base della Dodge Journey, la Fiat Freemont è stata profondamente rivista per incontrare i gusti europei, e in più ha un buon rapporto qualità-prezzo: l'esemplare in prova, la top 2.0 Multijet 170 CV Urban, costa 28.700 euro.

Caratteristiche. Di sicuro, non passa inosservata. La carrozzeria è quella della Journey, con calandra e marchio diversi, fanali modificati e gl?immancabili Led per le luci dietro. Più lunga di una Ulysse di una ventina di centimetri, la Freemont è anche alta (1,75 m con le barre) e larga (1,88). I cerchi di lega da 17", di serie, appaiono addirittura piccoli, e infatti a richiesta si possono montare quelli da 19. La plancia è stata completamente ridisegnata e i materiali sono nettamente migliori rispetto alla Journey. Al centro della console, poi, domina la scena l?ampio touchscreen da 8 pollici, dal quale si accede non solo all?autoradio, ma a tutte le funzioni secondarie della vettura.

Interni. Molto comodi i sedili, con i rivestimenti di pelle "regalati" sulle Urban per il periodo di lancio (poi costeranno 1.250 euro). Il guidatore può raggiungere senza sforzi le regolazioni elettriche, di serie. Con un passo di 2,89 metri, per i progettisti non è stato difficile ricavare spazio per sette. Il problema, casomai, poteva essere l?accessibilità, ma è stato risolto con l'adozione di portiere che si spalancano a perpendicolo per facilitare l?ingresso; poi, una sola leva sul fianco dei sedili in seconda fila serve per chiuderli a libro e farli scorrere in avanti, creando un varco per le poltroncine in fondo. La terza fila è di serie, ma ci si può rinunciare e il prezzo scende di 500 euro. A conferma della vocazione familiare di questa crossover, invece, si trovano due rialzini ("child-booster"), ideali per i bambini cresciuti abbastanza da non aver più l?obbligo del seggiolino vero e proprio. Con tutti i posti occupati, inevitabilmente, il bagagliaio si riduce drasticamente.

Prestazioni. Rispetto alla Journey (vedere la prova pubblicata nell?ottobre 2008), la gemella "torinese" è un fulmine. Merito, soprattutto, del 2.0 Multijet di ultima generazione. Quasi 200 km/h di velocità massima e 0-100 di 10,8 secondi la piazzano di diritto tra le migliori della categoria. Il quattro cilindri firmato Fiat-Powertrain risente di una certa rumorosità a freddo, ma si rivela ben abbinato all?auto, grazie ai suoi 170 CV di potenza e alla gran coppia (350 Nm) disponibile da 1.750 a 2.500 giri. In attesa dell'automatico si deve imparare a convivere con un buon sei marce manuale, che risente di qualche impuntamento e soprattutto di una frizione pesante da ben 15,2 kg. Nonostante l'incremento di potenza e le prestazioni brillanti, comunque, la Freemont segna percorrenze dignitosissime: la media di 11,5 km/litro è buona anche a confronto con monovolume recenti come la Volkwagen Sharan.

Su strada. Lo sterzo è meno leggero e più diretto rispetto a quello della Journey e le sospensioni non sono così morbide. La Freemont, insomma, è "americana" solo d?origine e non rinuncia a un certo piacere di guida. Nelle prove di stabilità, si apprezzano la linearità dei cambi di direzione, i buoni inserimenti e il rollio ben contenuto. Rimane un po? di sottosterzo quando si prendono le curve troppo allegramente, ma l?Esp sa intervenire con la giusta efficacia. Casomai, qualche problema arriva dai freni, poco modulabili e penalizzati dal pedale spugnoso. Gli ammortizzatori, seppur induriti rispetto alla Journey, assorbono bene le asperità della strada e garantiscono viaggi comodi. Qualche scossone arriva solo passando su tombini o gradini, specialmente ai posti dietro. Infine, buona l?insonorizzazione dell?abitacolo, anche in autostrada.