La Chevrolet Orlando scende in gara nel campionato delle monovolume a sette posti ? dove in realtà s?intende cinque più due d?emergenza ? e minaccia sfracelli grazie alle sue versioni poco personalizzabili, ma con listini anche di qualche migliaio di euro più bassi delle concorrenti. La versione in prova è la più ricca di accessori, la LTZ, che monta un 2.0 litri da 163 CV e costa 24.551 euro.

Caratteristiche. Muso imponente, quasi da fuoristrada, linea piuttosto bassa e filante, lunghezza a metà tra le monovolume compatte e quelle enormi: esattamente 4,65 metri. Sulla Orlando, bisogna dirlo, c?è ancora un piccolo margine di miglioramento per quanto riguarda la qualità dei materiali, anche se a un primo esame la plancia non è niente male: design moderno e tasti in quantità non esagerata e ben disposti. Sulla "nostra" LTZ, poi, non si può fare a meno di notare subito il grande display del navigatore satellitare, di serie con questo allestimento. Il posto guida è perfettamente regolabile, seppure soltanto manualmente, le gambe sono abbastanza distese e il volante inclinato correttamente. Per rinfrescarsi o riscaldarsi si può contare su un efficace climatizzatore automatico "monozona", con tanto di bocchette dietro al tunnel, ma non per la terza fila. Infine, non mancano le prese Aux e Usb... nascoste dietro l?autoradio: la parte centrale della console, è infatti uno sportello ribaltabile che dà accesso a una specie di scomparto segreto.

Interni. Monovolume o crossover che sia, l?Orlando vuol essere un?auto ideale per famiglie con bambini, con tanto specchietto estraibile a grandangolo, vicino al retrovisore. I due sedili in più, normalmente ripiegati nel fondo del bagagliaio, in sé non sono male: la seduta non è quella di un cortissimo strapuntino e l?inclinazione dello schienale è corretta; peccato ci sia poco spazio per le gambe e in altezza e l'accessibilità sia davvero scarsa. Un po? ingombrante e pesante il portellone (tra gli accessori manca l?apertura elettrica), ma il vano che si spalanca è ben fatto e molto versatile. Non brilla quanto a capienza (412 litri), però abbattendo il divano si ottiene un grande spazio, regolare e profondo. Al contrario, viaggiando in sette, di valigie non se ne parla neanche.

Prestazioni e consumi. Il nuovo turbodiesel di 2.0 litri da 163 CV e 360 Newtonmetri spinge forte ed è molto gradevole, anche grazie al buon abbinamento col cambio manuale a sei marce e alla frizione non troppo pesante, che rende sopportabili persino le code. In più l?Orlando si è dimostrata perfettamente a suo agio anche quando è stata "strapazzata" dai collaudatori: sulla nostra pista di Vairano, questo macchinone ha segnato uno 0-100 di 10,5 secondi. Per quanto riguarda i consumi, con un simile frontale e una massa che, con un paio di passeggeri, arriva alle due tonnellate, poteva andare peggio. Grazie alla sesta lunghissima, che permette di viaggiare a soli 2.000 giri sopra i 120 km/h, in autostrada si può contare su percorrenze medie di 12 km/litro, mentre sulle statali si sfiorano i 13. Solo nel traffico cittadino si scende a 9,8 km/litro.

Come va. Pur non avendo alcuna velleità sportiva, l?Orlando stupisce tra birilli e cordoli, ottenendo risultati molto superiori alle attese. Considerate le sue dimensioni, è molto maneggevole, veloce e sempre prevedibile nelle reazioni; il rollio è contenuto e gli interventi dell?Esp puntuali. Lo sterzo è abbastanza preciso, anche se risulta un po? lento e troppo leggero alle alte velocità nei rapidi cambi di corsia. In ogni caso, nelle prove di tenuta e stabilità l?Orlando convince, rivelandosi un?auto sicura in ogni situazione. Nonostante i cerchi da 17", le sospensioni assicurano un confort buono, almeno davanti. Invece il retrotreno, a ruote interconnesse, fatica un po? di più ad attutire i duri colpi di buche e gradini. Buona, infine, l?insonorizzazione dell?abitacolo.