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Va più forte delle sorelle
Condivide la tecnica di Abarth 600e e Alfa Romeo Junior, ma in pista ha evidenziato alcune differenze non marginali
Quattroruote
Suzuki Swift
Se qualche decennio fa era la normalità, oggi una vettura che pesa circa mille chili fa notizia. È il caso della nuova Suzuki Swift Sport, che con i suoi 1.075 kg (in ordine di marcia sulla bilancia del nostro Centro Prove) vince il premio peso piuma della categoria e compie un netto salto in avanti rispetto alla precedente generazione. Sebbene il suo 4 cilindri 1.4 turbo abbia una potenza simile a prima (140 CV contro i 136 del 1.6 aspirato), grazie alla maggior efficienza e al miglior rapporto peso potenza il confronto fra le due generazioni della sportiva giapponese è impietoso: è più veloce (215,6 contro 191,4 km/h) e scattante (7”6 anziché 7”9 sullo 0-100), in ripresa la uccide (4 secondi meglio sul 70-120) e vince anche nei pit stop: 15,9 km/litro in media anziché 12,2.
Pochi cavalli, ma buoni. Il merito di un così netto miglioramento deriva in buona parte, come detto, dal favorevole rapporto peso potenza. La massa dice grazie della nuova architettura Heartect dell’ultima serie della Swift, con pianale e telaio inediti che hanno portato benefici sia in termini di leggerezza sia di rigidità. Poi c’è il motore 1.4 turbobenzina della famiglia Bosterjet, che a fronte di una potenza relativamente contenuta (140 cavalli) vanta una buona dose di coppia (230 Nm a 2.300 giri). Questi numeri si traducono in un’erogazione appagante: vigorosa ai bassi regimi ma c’è sostanza anche nella parte alta del contagiri, con il motore che continua a spingere allegramente anche in zona limitatore (6.000 giri). L’unico rammarico? Un sound agli scarichi poco carismatico, meriterebbe di più.
Carattere da Gran Turismo. Dopo aver macinato chilometri su strade aperte e in pista, emerge chiaro il carattere della Swift Sport. L’animo propende più al gran turismo che alla sportività. L’assetto ad esempio, è tutt’altro che rigido e assorbe bene, considerato il genere di vettura, anche le asperità più critiche. Questo perché la Sport, rispetto alle altre Swift, adotta mozzi e supporti in blocco unico, barra stabilizzatrice maggiorata con boccole di supporto di Teflon e una barra di torsione più rigida. In questo modo può permettersi di adottare una taratura degli ammortizzatori relativamente morbida. Un vantaggio per il confort, che si traduce però in qualche pattinamento di troppo nella guida al limite perché emergono beccheggio e rollio.
In pista è più veloce e più sicura. Il carattere della Swift Sport è sì da gran turismo, ma in pista risulta efficace. Sul nostro tracciato di Handling ha rifilato infatti ben 2,3 secondi alla precedente generazione con il 1.6 aspirato, con un tempo di 1’26”380. Un buon crono considerato appunto che la taratura d’assetto propende maggiormente alla sicurezza rispetto alla prestazione dura e pura. Il comportamento è infatti tendenzialmente sottosterzante, sia in percorrenza di curva ma in particolare in uscita dai tratti più lenti se non si dosa a dovere il gas ad elettronica disinserita. Con i controlli attivi il grip migliora, ma i tempi giocoforza scendono un poco.
Tutto incluso, anche gli Adas. Il listino della Swift Sport è di quelli poco democratici: costa 21.190 euro ed è tutto incluso, eccezion fatta per il metallizzato e il bicolore. C’è di buono che la dotazione è davvero ricca, specie sotto il profilo degli assistenti di guida e dell’infotainment. Sono di serie il regolatore di velocità attivo, il sistema di frenata automatica, il mantenimento di corsia con controllo attivo del volante che riporta l’auto in carreggiata. Sul fronte dell’hi-tech, a centro plancia spicca lo schermo touch da 7 pollici, che include navigatore satellitare e connessioni Apple CarPlay e Android Auto.
Prova ripresa da Quattroruote n. 756 di agosto 2018
Swift Sport 1.4 Boosterjet
Motore. Ottima spinta a qualsiasi regime. E beve anche poco.
Dotazione. Ecellente corredo di serie, specie sul fronte sicurezza e infotainment.
Sterzo. Pecca un poco di feeling tasmesso alle mani.
Materiali. Plastiche e tessuto del padiglione di fattura piuttosto economica.
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