Tivoli
Come va. Pratica, spaziosa, non ricercata, ma comunque ben fatta: in sostanza è una buona alternativa alle Suv compatte più titolate, ma sicuramente più care. Tutto sommato, non le manca davvero nulla, a cominciare da un'abitabilità ai vertici della categoria. Una volta a bordo è facile ritagliarsi la posizione più adatta alle proprie esigenze, grazie alle buone regolazioni manuali (c’è pure quella in altezza della cintura di sicurezza) con il sedile ben profilato e contenitivo. Su strada si muove con agilità negli spazi stretti, la frizione è leggera e il cambio ha innesti un po' lunghi ma poco contrastati. Buono anche l'automatico, privo di palette al volante, volendo si può mettere comunque in manuale spostando la leva a sinistra e usando un tastino (un po' piccolo) col pollice, un ottimo antistress contro il logorio del traffico cittadino. Lo sterzo è onesto e dal carico modificabile, mentre le sospensioni rispondono in maniera un po' secca sulle brevi irregolarità solo al retrotreno. Non male, nel complesso, l'insonorizzazione, con i fruscii aerodinamici abbastanza contenuti anche alle velocità autostradali. Sulla plancia, a sinistra del volante, infine, c'è anche il tasto per selezionare le modalità Winter o Power, che consente di modificare la reattività e la gestione elettronica delle cambiate e ottenere una guida più soft su fondi scivolosi o più grintosa nelle condizioni giuste.
Pregi. Molto spaziosa anche nella zona posteriore. L'abitabilità resta uno dei principali punti di forza.
Difetti. La frenata a freddo ha spazi superiori alla media. La visibilità anteriore è un po' ridotta nelle svolte a sinistra, a causa del montante spessp e dello specchietto retrovisore.