Il progetto di un'auto ibrida (cioè dotata di due motori, uno a benzina e uno elettrico) non è nuovo in assoluto: altri costruttori hanno esplorato questo campo, ma Toyota ha l'indubbio merito non solo di averci provato, ma soprattutto di aver creduto in questo progetto e di averlo saputo industrializzare.

La prima "Prius" disponibile sul mercato è datata 1997 e da allora sono stati ben 140.000 gli esemplari immatricolati in Giappone, Stati Uniti ed Europa. Ora è arrivata la nuova "Prius", aggiornata nella linea, ma anche nelle componenti meccaniche fondamentali.

Il principio di funzionamento è il medesimo: i due motori "collaborano" alla spinta, compensando ciascuno le carenze dell'altro. Per esempio, alla partenza da fermo, quando il motore termico fatica a erogare coppia poiché gira al minimo, l'elettrico fornisce la spinta maggiore, consentendo uno scatto da 0 a 100 all'ora di tutto rispetto, cioè in 11,9 secondi.

Alle alte velocità, quando l'apporto del motore elettrico è scarsamente rilevante, è quello termico (con tecnologia lean-burn, a combustione magra) a fare la parte del leone. Il tutto si traduce in una guida rilassata, efficiente ed economica, almeno nell'impiego cittadino ed extraurbano, dove le medie di percorrenza sono superiori ai 17 chilometri con un litro.

La nuova "Prius" è cambiata anche a livello di abitacolo e carrozzeria, e offre un bello spazio all'interno. Molto particolare la plancia: in assenza di una vera e propria leva del cambio (sostituita da una sorta di "joystick"), quasi tutti i comandi sono concentrati sul volante e sul display sensibile al tocco, che informa anche delle condizioni di funzionamento dei motori.

Gli unici difetti di un certo rilievo segnalati dai collaudatori di "Quattroruote" fanno riferimento alla visibilità posteriore (compromessa dal lunotto molto inclinato e attraversato da uno spoiler) e alla posizione del pulsante dei fendinebbia, quasi impossibile da trovare.