Uno dei modelli su cui punta il marchio italiano per il lancio della sua gamma (le auto sono di produzione cinese, con l’allestimento e la rifinitura dei dettagli ultimati in Italia), la Cirelli 5 è una Suv media lunga 456 centimetri, larga 187 e alta 169, con un passo di 271 cm: misure che la collocano a cavallo tra il segmento C e D del mercato, e che permettono di accogliere comodamente quattro persone. Derivata dalla Forthing T5 Evo, all’interno mostra una certa attenzione al design come alla funzionalità, con il tunnel sviluppato su due piani e un buon numero di vani portaoggetti. Accanto alla strumentazione digitale - non configurabile - da 10,25” c’è il display dell’infotainment di uguali dimensioni con connettività wireless per Apple CarPlay e Android Auto. Il bagagliaio, ben rifinito, ha una capacità adeguata alla classe dell’auto: 370 i litri dichiarati. Ricca la dotazione di serie, che comprende anche il tetto panoramico apribile, i cerchi da 19” e il sedile del conducente a regolazione elettrica.
Come va. Nel cofano della Cirelli 5 trova posto un 1.5 turbobenzina di origine Mitsubishi da 177 CV e 285 Nm di coppia massima, abbinato a un cambio robotizzato a doppia frizione a sette marce: accelerazioni e riprese sono piuttosto briose, forse un po’ mortificate da una certa indolenza del cambio, pigro a recepire gli ordini di chi guida. Volendo, è possibile montare l’impianto a Gpl, utile per ridurre i consumi (e i costi vivi). Buona la silenziosità di marcia. Per quanto riguarda il comportamento stradale, la Cirelli 5 non mette in mostra una particolare soggezione nei confronti delle rivali occidentali; soltanto lo sterzo è parso poco intonato, a causa di un’avvertibile mancanza di feedback. Il divario si allarga in modo sensibile per ciò che concerne gli aiuti elettronici di sicurezza: si può contare, oltre agli Adas obbligatori per legge, soltanto sul dispositivo per il monitoraggio degli angoli ciechi.