La Dacia Jogger rimpiazza la Lodgy, che era una monovolume più tradizionale, con una linea e dimensioni all’incrocio tra un furgoncino, una station wagon e una crossover. Con questo modello, la Casa rumena compie un altro passo avanti. Ma senza perdere di vista le sue origini. Fatte, soprattutto, di praticità, robustezza e di un listino che rimane alla portata di molti. La base tecnica è quella della Sandero, ma le misure sono ben più generose. Lunghezza di 455 centimetri e passo a quota 290. Ben dissimulati: da qualunque parte la si guardi, la Jogger non mostra parentele stilistiche con i veicoli commerciali, pur vantando uno spazio nell'abitacolo paragonabile a quello di furgoncini come la Dokker (tanto per restare sul terreno della Dacia), la Renault Kangoo e la Volkswagen Caddy. Questa Dacia può avere anche i sette posti: dietro al divano si aggiungono due sedute, ripiegabili e, alla bisogna, asportabili singolarmente. Accomodarsi in terza fila è relativamente semplice; i più alti dovranno piegarsi in modo un po' innaturale, però, una volta seduti, potranno contare su un'adeguata disponibilità di centimetri in tutte le direzioni: ce ne sono 24 da sfruttare per le ginocchia e ben 93 per la testa. Nessun problema neppure per quanto riguarda il divano, dove anche tre adulti si siedono con una bella sensazione di ariosità. Con il plus dei tavolini estraibili e scorrevoli, per accontentare i passatempi di passeggeri di ogni età. Il climatizzatore automatico monozona (di serie) non prevede le bocchette posteriori: chi siede in terza fila può contare – magra consolazione – soltanto sulla circolazione d'aria offerta dai vetri a compasso. Rimuovendo i sedili della terza fila, si schiude un bagagliaio da 624 litri, misurati dal Centro prove. Se poi si ripiega a pacchetto la seconda fila, ecco apparire un pavimento piatto di 2 metri, sul quale caricare tutto ciò che di voluminoso vi viene in mente. Perfino, se piace campeggiare nella natura, materassino, coperte e cuscini: la camera da letto è servita. Viaggiando in sette, invece, dovrete accontentarvi di un bagagliaio di 160 litri. In tema di carico, vanno segnalate anche le barre longitudinali sul tetto, che possono essere fissate in senso trasversale con una semplice brugola, diventando così robuste barre portatutto, capaci di sopportare carichi fino a 80 chili. Seduti al posto guida, il panorama è tale e quale quello che si vede dalla Sandero, fascia centrale in morbido tessuto inclusa. Le plastiche saranno pure rigide ovunque, ma l'impressione è che tutto sia improntato alla semplicità d'utilizzo e alla robustezza. Al centro della plancia troneggia il sistema multimediale con schermo da 8 pollici, che può comprendere il navigatore satellitare con mappe europee e la connettività senza cavo per Android Auto e Apple CarPlay.
Come va. In movimento, sono numerosi i dettagli della Jogger che ricordano la sorellina Sandero: c'è il timbro sonoro del tre cilindri turbobenzina (unico propulsore disponibile, anche in versione bifuel a Gpl), ma anche la leva del cambio con movimenti non cortissimi e innesti abbastanza precisi, almeno finché non si cerca una rapidità per la quale il sei marce della Dacia non è attrezzato. E poi, pure la demoltiplicazione dello sterzo, che costringe a sbracciarsi un po' nelle svolte più strette. Le sospensioni non sono particolarmente gentili nella risposta, soprattutto quelle posteriori, che hanno il semplice schema a ruote interconnesse. Però sugli ostacoli brevi, come per esempio dossi e tombini, la spalla alta dei pneumatici (barra 60) aiuta a diminuire gli scossoni. L'isolamento acustico è soltanto discreto, in città come fuori: anche a velocità piuttosto basse salgono in cattedra i fruscii, in particolar modo quelli provenienti dagli specchi retrovisori e dal parabrezza. Il turbobenzina da 110 cavalli sa farsi rispettare in accelerazione, un po’ meno in ripresa: per sorpassare in scioltezza, meglio scalare di marcia. Adottando una guida conservativa, con sguardo lungo sul traffico che precede, si possono ottenere percorrenze di tutto rispetto. In particolar modo se si preme il tasto Eco, che addolcisce la risposta dell'acceleratore. Secondo le nostre rilevazioni, in città la Jogger TCe percorre 16,5 chilometri con un litro di benzina; valore che sale fino a 19,3 in statale e scende a 13,5 fra un casello e l'altro. Per una media niente male, pari a 16,1 km/litro. La Jogger non è una regina in termini di handling, né aspira a esserlo: lo sterzo, lento e turistico, e l'assetto incline al rollio spengono sul nascere qualsiasi voglia di dinamismo. Tuttavia, al di là della sua vocazione tranquilla e pacifica, non si fa cogliere impreparata quando si tratta di gestire eventuali manovre d'emergenza, tanto sull'asciutto quanto sul bagnato, grazie a un controllo della stabilità che interviene generalmente con i modi e i tempi giusti. L'impianto frenante non va in crisi sotto sforzo e allunga soltanto un po' gli spazi quando si tratta di mettere in campo più equilibrio che forza, cioè sui fondi ad aderenza bassa e non omogenea. Tra gli aiuti elettronici di sicurezza, la frenata automatica riconosce soltanto le auto, non è attrezzata per "vedere" i pedoni.
Pregi. La versatilità è davvero di riferimento, sia per il bagagliaio, molto capace, sia per l'abitabilità. Il tre cilindri turbobenzina sì rivela efficiente: il consumo non è mai esagerato.
Difetti. Per riguadagnare velocità in fretta, occorre mettere mano al cambio: la ripresa è lenta. La dotazione di Adas è piuttosto.