La Suv DR 6.0 (costruita sulla base della cinese Tiggo 7 Pro) sembra più lunga dei suoi quattro metri e mezzo, anche per via delle proporzioni massicce, del muso aggressivo e delle ruote da 19” sulle spalle alte e muscolose. Non è originale, ma l’insieme è riuscito e gradevole. Sensibilmente cresciuta la qualità costruttiva rispetto ai primi modelli della Casa fondata nel 2006 da Massimo Di Risio: i materiali sono curati, con rivestimenti morbidi per plancia e fianchetti delle portiere, ed è migliorato anche l’assemblaggio, pur in un abitacolo dove domina la plastica rigida. La plancia ha un’impostazione snella e lineare, dominata dallo schermo touch dell’infotainment, con una diagonale da 10” reali e limitato nelle funzioni, ma con la compatibilità Android Auto e Apple CarPlay. Turistica la posizione di guida, con un’altezza da terra notevole e il volante abbastanza inclinato in avanti. Ottima anche l'abitabilità, tanto davanti quanto dietro, dove c'è posto anche per tre: il tetto panoramico di serie non ruba spazio in altezza, e il tunnel basso non ingombra tra i piedi. Il bagagliaio, senza rivestimenti laterali, offre 327 litri reali misurati dal Centro prove: molte rivali (anche più piccole) fanno meglio.
Come va. La DR 6.0 è disponibile con un 1.5 turbo da 154 CV e 210 Nm, abbinato al cambio manuale o a un Cvt, anche con alimentazione bifuel a Gpl. La potenza è adeguata all’auto e nelle riprese se la cava dignitosamente, anche se il motore tende ad alzare un po’ la voce. I consumi rilevati sono di 10,4 km/l a benzina, e di 8 km/l a Gpl. L’assetto della Suv italo-cinese è votato al confort: le sospensioni sono morbide, assorbono bene le sconnessioni stradali, ma fanno rollare vistosamente l’auto. L’intervento dell’Esp nelle manovre di emergenza è brusco e non sempre efficace. Gli spazi d’arresto sono discreti sull'asciutto, ma si allungano vistosamente sui fondi a bassa aderenza, e l’impianto accusa la fatica. Assente qualsiasi dotazione di aiuti alla guida: di serie solo Abs e cruise control.