In produzione dal 2017, la Tesla Model 3 è disponibile in tre varianti: Standard, Long e Performance Range. La versione d'accesso alla gamma, l'unica con due sole ruote motrici, rispetto alla sorella
Long Range Awd (a trazione integrale) rinuncia al motore anteriore e a oltre un quarto di energia nelle batterie, la cui capacità scende da 75 a 55 kWh. Quindi, a fronte di una minor spesa (si risparmiano circa 8.400 euro, attestandosi appena sopra quota 50 mila euro), secondo i dati dichiarati l'autonomia scende da 560 a 409 chilometri, così come per l'accelerazione da 0 a 100 km/h le occorre un secondo in più. Il responso dei nostri strumenti conferma la riduzione dell’autonomia, ma sottolinea che il calo non è proporzionale alla differente taglia della batteria. Infatti, si passa da un'autonomia media di 400 chilometri per la Long Range ai 328 della Standard Range: un calo del 18%, ben inferiore rispetto alla perdita dei chilowattora dell'accumulatore, pari al 27%. Il motivo? La batteria meno pesante e l'assenza del secondo propulsore si traducono in una cura dimagrante di ben 230 chili. Di conseguenza, la Model 3 entry level richiede meno energia per avanzare rispetto alla sorella bimotore (in media 16,5 kWh/100 km contro 20,1) e quindi la limitazione del raggio d'azione risulta più contenuta del previsto. In poche parole, la Tesla meno costosa risulta la più conveniente, visto che le prestazioni sono sempre elevatissime (solo 5,5 secondi per lo 0-100) e l'autonomia resta interessante. Per il resto, è identica alle versioni più costose, sia all'esterno sia all'interno: si ritrova così l'ambiente che coniuga minimalismo e hi-tech, con la plancia sgombra da strumenti e comandi, tutti concentrati nel grande schermo centrale da 15 pollici. L'abbondanza di menu e opzioni rischia di distrarre dalla guida, anche perché la grafica è elegante, ma non particolarmente visibile. In ogni caso, ciò non compromette il giudizio sulla guida della Model 3, che resta positivo
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Come va. Come in tutte le elettriche, alla pressione sul pedale dell'acceleratore corrisponde l'immediata erogazione della coppia, il che non trova confronti nel mondo dei motori tradizionali. E poi, dal punto di vista del telaio, nel caso della Model 3 ci sono tutti i fondamentali per un comportamento di livello, visto che lo sterzo è molto diretto e le sofisticate sospensioni hanno una taratura che bada più all'handling che al confort. Il baricentro basso e i 230 chili in meno della Standard Range, coniugati alle doti dell'assetto e dello sterzo, sono le premesse per un comportamento agile e sicuro. L'assenza del motore anteriore, però, sbilancia verso il retrotreno la ripartizione dei pesi, il che si traduce in una tendenza al sovrasterzo, che l'Esp tiene sotto controllo con interventi marcati. I freni si utilizzano di rado, visto che la frenata rigenerativa sul livello più energico consente – se non si esagera – la guida con un solo pedale. Se, tuttavia, si deve ricorrere ai dischi, la Model 3 si ferma in spazi contenuti, ma va un po' lunga sui fondi ad aderenza differenziata. E i copricerchi aerodinamici non favoriscono il raffreddamento nell'uso intenso.
Pregi. Efficienza: la richiesta di energia è assai ridotta in tutte le condizioni, in particolare in città. Prestazioni: anche in questa versione monomotore la Model 3 è molto veloce.
Difetti. Ergonomia: il grande schermo centrale è d'effetto, ma non molto pratico da usare. Visibilità: in marcia, i montanti limitano la visuale, mentre il lunotto piccolo disturba in manovra.