Quante sono le colonnine condominiali in Italia? Non esistono per il momento dati precisi e consolidati da fonti qualificate, ma basta confrontarsi con alcuni installatori specializzati per intuire che, in proporzione alle wallbox collocate nelle villette (Qui il nostro approfondimento), qui si parla di numeri molto esigui. Del resto, nell'ultima finestra temporale utile (chiusa in marzo) per accedere ai contributi statali per l'installazione stanziati per il 2023 sarebbero pervenute domande solo da 13 condomìni. Quali sono i problemi che limitano la diffusione proprio in quei contesti urbani dove, a causa delle progressive limitazioni all’uso delle auto termiche, maggiormente avrebbero senso le vetture a corrente se si facilitasse la possibilità della ricarica privata? Vediamolo assieme, cercando di dare risposta ai quesiti più comuni che solleva chi sta valutando l’opzione elettrica per la propria mobilità e non vive in una casa indipendente.
È vero che un singolo condomino non può decidere d'installare autonomamente una colonnina nel proprio box?
No, è un falso mito. La legge non lo vieta e, a meno che non sia esplicitamente escluso dal regolamento condominiale, si è liberi di dotarsi di una wallbox. A una condizione: quella di non ledere i diritti degli altri condomini e di ottemperare alle esigenze di sicurezza.
Che cosa significa, in concreto? Che cosa devo fare per rispettare la sicurezza e anche i miei vicini?
Si tratta di adeguare l’impianto e i contatori ove necessario. Se infatti il box auto è già alimentato da corrente privata e collegato al contatore di casa, si può procedere all’installazione senza dover chiedere alcun permesso. Occorre però verificare la potenza della linea elettrica e qui possono nascere i problemi, perché la quasi totalità dei box è servita da impianti sottodimensionati, ovvero tra i 3 e i 4 kW; per passare ad almeno 6 kW diventerà quindi inevitabile fare un upgrade della linea elettrica nelle aree comuni, rendendo necessaria la convocazione di un’assemblea.
Che cosa succede se la proposta e il progetto d'installazione vengono bocciati? Il singolo condomino si deve rassegnare?
No, può comunque procedere, consapevole però che dovrà sostenere le spese di tasca propria, o dividendole con chi si è dichiarato favorevole, e che potrebbe essere necessario aggiornare il certificato prevenzione incendi. Infatti, i garage condominiali con una superficie complessiva superiore a 300 metri quadrati necessitano del cosiddetto “sistema di sgancio”, ovvero un pulsante, da azionare in caso di emergenza, che stacca simultaneamente l’alimentazione del garage e della wallbox. In alcuni casi i box auto condominiali hanno un contatore comune e quindi si deve aggiungere il costo di un misuratore dei consumi. Infine (ma si tratta di eventualità rare, date l’età e la conformazione dei garage dei palazzi italiani) si può scegliere di utilizzare uno spazio comune. Ovviamente, i lavori non devono arrecare danni alle aree condivise e le auto in carica non devono ostacolare l’accessibilità.
Qual è l’ordine di grandezza dei costi da sostenere per adeguare l’impianto? E come funzionano i contributi pubblici?
Se il contatore è lontano dal box, le spese per il singolo condomino possono arrivare facilmente a 5 mila euro tra progetto, materiali e manodopera. Per quanto riguarda i contributi statali, va detto che Il governo ha messo a disposizione 70 milioni di euro per stimolare l’installazione di colonnine domestiche, ma ha anche stabilito finestre temporali strette per presentare le domande: l’ultima di queste per privati e condomìni si è chiusa il 14 marzo. Al contrario, imprese e professionisti possono ancora fare domanda (il termine è il 20 giugno) seguendo la procedura online già attivata in occasione delle precedenti “finestre”. Il bonus wallbox, ovvero il contributo per le colonnine domestiche che riguardava le spese sostenute nel corso del 2023, prevedeva un’agevolazione dell'80% del prezzo di acquisto e posa, fino a un massimo di 1.500 euro per persona fisica e fino a 8.000 euro in caso d'installazione nelle parti comuni di edifici condominiali.
Ci saranno nuove finestre temporali? E, in tal caso, come si presenta domanda?
Dalle precedenti tornate sono avanzati soldi e il 2024 è tra gli anni interessati dal bonus. Quindi si attende che si aprano nuovi termini. Del resto, i contributi per gli interventi effettuati nel 2023 si erano aperti e chiusi prima della fine dell’anno. Quindi, è stata creata una nuova finestra (quella chiusasi il 14 marzo) per permettere a chi aveva effettuato l’installazione sul finire dell’anno di accedere ai fondi. Quando si riapriranno i termini, se nulla cambierà nella procedura, la domanda andrà inserita sulla piattaforma Invitalia; tra le difficoltà lamentate da molti utenti, c'è l'obbligo di accedere con Spid, Cie (Carta d'identità elettronica) o Cns (Carta nazionale dei servizi) e la necessità di avere una Pec. Tra i documenti da presentare, codice fiscale del condominio, estremi del documento d'identità dell'amministratore, delibera assembleare di autorizzazione lavori, estratti conto dei pagamenti e copie delle fatture di acquisto e installazione delle infrastrutture di ricarica. Infine, il certificato di conformità dell’impianto.
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