Il gruppo PSA è riuscito laddove la General Motors ha fallito per 17 anni: far chiudere un bilancio annuale in utile alla Opel. La Casa di Rüsselsheim, di proprietà dei francesi da poco meno di 19 mesi, ha infatti registrato nel 2018 un utile operativo ricorrente (ossia depurato da voci straordinarie o atipiche) di 859 milioni di euro, a fronte della perdita di 179 milioni registrata nei soli cinque mesi di consolidamento del 2017.
Una trimestrale in crescita. La cura impostata da Carlos Tavares, numero uno del gruppo transalpino, sembra dunque funzionare. Del resto i primi segnali positivi erano emersi già nel primo semestre dell'anno scorso quando la Opel era riuscita a registrare un utile operativo di 502 milioni di euro. I dati attuali della Casa tedesca non sono comunque del tutto confrontabili con quelli degli anni sotto il controllo americano, a causa di criteri contabili diversi, di una differente valuta (il dollaro ovviamente) e del diverso perimetro delle attività passate alla PSA: la Opel era inserita nella divisione europea della General Motors, che includeva molte altre attività come il centro di ricerca di Torino e le filiali commerciali della Chevrolet. Ciononostante, la "nuova Opel" ha consentito al gruppo francese di mettere a segno risultati in decisa crescita. I ricavi, infatti, sono cresciuti del 18,9%, arrivando a 74 miliardi di euro (+23,3% a cambi costanti), per effetto non solo dell'incremento delle consegne del 6,8% (3,88 milioni di veicoli) ma anche del miglior mix di prodotto, di prezzo e di mercato. La divisione automobilistica PCD, responsabile dei marchi Peugeot, Citroën e DS, ha visto il fatturato salire del 5,6% a 43,03 miliardi, mentre la Opel è passata dai 7,24 miliardi degli ultimi cinque mesi del 2017 a 18,3 miliardi.
Crescono utili, margini, dividendi e bonus. Di conseguenza, il gruppo ha visto gli utili e la marginalità crescere a doppia cifra. L'utile operativo ricorrente si è attestato a 5,689 miliardi, con una crescita del 43% per effetto sia del contributo della Casa tedesca sia del miglioramento del 21,9% messo a segno dagli altri marchi. Il margine operativo è quindi salito dal 6,4% al 7,7% (8,4% per la divisione PCD e 4,7% per la Opel). Il conto economico, anche grazie al contributo della controllata Faurecia e della società di finanziamenti Banque PSA Finance, è stato chiuso con un utile netto di 3,295 miliardi (+40,4% sul 2017). A ulteriore riprova degli effetti positivi della "cura Tavares" interviene anche un ulteriore fattore: la Opel ha generato cassa per 1,36 miliardi spingendo a 3,5 miliardi il dato complessivo del gruppo. I vertici aziendali hanno quindi deciso di aumentare il dividendo per gli azionisti dai 53 centesimi di euro dell'anno scorso a 78 centesimi e di annunciare un'ulteriore crescita dall'anno prossimo e fino al 2021. Oltre che ai soci, un premio per i risultati andrà anche ai dipendenti francesi: il bonus per quest'anno passa dai 2.660 dell'anno scorso a 3.810 euro.
Si apre una nuova fase di crescita. Tavares ha quindi evidenziato tutta la sua soddisfazione per la capacità del gruppo di "registrare risultati storici" nonostante un "anno caotico" caratterizzato da numerosi problemi, tra cui l'introduzione delle nuove procedure di omologazione Wltp, gli effetti della Brexit e del calo della domanda di diesel e le tensioni commerciali globali. "Peugeot, Citroën e DS hanno compiuto progressi significativi per il quinto anno consecutivo e stanno chiudendo la prima fase del piano strategico Push to Pass, con risultati eccezionali. Ciò dimostra la capacità del nostro gruppo di generare una crescita redditizia e sostenibile", ha aggiunto il manager portoghese. "Opel e Vauxhall hanno gettato le basi per un futuro sostenibile con il piano PACE! e sono pronte a liberare un ulteriore potenziale. Ora stiamo entrando nella seconda fase del piano Push to Pass con fiducia in un contesto di venti contrari ancora più forti". Con la nuova fase sono stati rivisti i target finanziari per includere il contributo della Opel e tener conto del superamento degli obiettivi al 2018. Per il 2019-2021 nessuna stima è stata data sui ricavi, che fino all'anno scorso erano visti in crescita del 15% nel 2019, ma è previsto un obiettivo di margine operativo ricorrente di "almeno" il 4,5% (a fronte del precedente 4,5%, ma senza la Casa tedesca). Tale traguardo, a detta del direttore finanziario Philippe de Rovira, sarà raggiunto "in qualsiasi condizione", ossia anche in uno scenario avverso caratterizzato, per esempio, da un "hard Brexit". Sulla questione dell'uscita del Regno Unito dalla Ue, Tavares ha voluto precisare che il gruppo non esiterà a prendere decisioni "impopolari" se necessario facendo così intendere la possibilità di una chiusura per la fabbrica britannica più a rischio, quella di Ellesmere Port.
Crescita all'estero e Peugeot torna in Usa. Per continuare a crescere il gruppo PSA punta ad accelerare l'esecuzione di progetti già in atto, a partire dall'espansione internazionale. L'obiettivo è aumentare le vendite al di fuori dell'Europa del 50% entro il 2021 anche tramite un posizionamento dei vari marchi in nuovi mercati. La Citroën sbarcherà in India e la Opel tornerà in Russia, mentre sarà Peugeot la marca prescelta per il ritorno sul mercato nordamericano dopo 28 anni di assenza e a un anno circa dal lancio statunitense del servizio di car sharing Free2Move. Il gruppo, ha chiarito Tavares, non intende comunque costruire una fabbrica negli Stati Uniti, ma punta a servire il mercato nordamericano con modelli esportati dall'Europa
116 lanci in tre anni. L'espansione internazionale sarà sostenuta anche da un'ampia offensiva di prodotto con il lancio di 116 modelli, tra nuovi e restyling, entro il 2021 e la conseguente riduzione dell'età media della gamma a 3,5 anni, nonché l'ingresso in nuovi segmenti di mercato. Per la Peugeot è infatti previsto l'arrivo nella gamma di un pick-up. Per la DS si punta a migliorare la presenza internazionale con un raddoppio dei concessionari e il lancio di un nuovo modello all'anno mentre per la Citroën, oltre a nuovi Paesi come l'India, sono previste offerte innovative in particolare nel campo della mobilità urbana. La Opel lancerà poi otto modelli nuovi o aggiornati tra il 2019 e il 2020 e avrà cinque modelli elettrificati entro il 2021. L'accelerazione riguarderà anche le nuove motorizzazioni: la gamma sarà elettrificata al 50% entro il 2021 e al 100% entro il 2025 e vedrà anche l'ingresso di veicoli a idrogeno, seppur con un'offerta inizialmente dedicata solo a clienti corporate. Il gruppo continuerà inoltre a implementare sistemi avanzati di assistenza alla guida (Adas) con l'obiettivo di raggiungere il livello 2+ nel 2020 e 3 nel 2024. "Sono estremamente entusiasta e fiducioso", ha concluso Tavares per dimostrare la sua convinzione sulla validità delle nuove direttrici di crescita impostate per il gruppo.
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