Entro questa sera il gruppo FCA potrebbe ottenere le prime risposte concrete sulla proposta di fusione presentata alla Renault. Il consiglio di amministrazione della Casa della Losanga, che ha all'ordine del giorno la discussione del progetto sottoposto la scorsa settimana dagli italo-americani, si incontrerà nuovamente nel tardo pomeriggio di mercoledì 5 giugno.
Al via le trattative? I consiglieri della Renault, stando almeno alle indiscrezioni emerse negli ultimi giorni, dovrebbero deliberare a favore della mozione e quindi firmare una lettera d'intenti per avviare le trattative vere e proprie sui termini principali dell'aggregazione. In pratica, alla luce dei numerosi ostacoli da superare, il Cda dovrebbe dare il proprio assenso ad avviare i primi passi di lungo un percorso che dovrebbe durare diversi mesi prima di giungere all'accordo definitivo. A dimostrare quanto difficile sia il compito dei consiglieri della Casa della Losanga ci sono le indiscrezioni del Financial Times sulla decisione della Nissan di imporre ai suoi rappresentanti di astenersi da un voto che "potrebbe minacciare il futuro dell'alleanza ventennale" tra il costruttore nipponico e quello transalpino. Del resto, ieri il numero uno della Nissan, Hiroto Saikawa, aveva lanciato un chiaro avvertimento: la proposta della FCA comporta "una fusione completa che, se realizzata, altererebbe significativamente la struttura del nostro partner Renault" e quindi richiederebbe "una revisione fondamentale della relazione esistente" tra i due partner dell'Alleanza.
Modifiche alla proposta. Al di là dell'atteggiamento di estrema prudenza dei giapponesi, italo-americani e francesi hanno cercato, negli ultimi giorni, di raggiungere un compromesso tra le rispettive richieste. La proposta iniziale non dovrebbe aver subito modifiche sostanziali, visto che il gruppo FCA ha finora parlato pubblicamente di "un'offerta da prendere o lasciare". Tuttavia, secondo diverse indiscrezioni di stampa, la Fiat Chrysler avrebbe accettato alcune concessioni nel tentativo di convincere il governo francese a sostenere l’intera operazione. In particolare, nelle ultime ore sarebbe stato raggiunto un compromesso su alcune delle quattro condizioni dettate dalla Francia: rispetto dell'Alleanza Renault-Nissan, salvaguardia dei posti di lavoro e dei siti industriali, governance equilibrata e partecipazione del futuro gruppo al progetto europeo delle batterie per le auto elettriche.
Le concessioni alla Francia. Inoltre, si è parlato della possibilità che la Renault distribuisca ai suoi azionisti un dividendo speciale prima dell'aggregazione e soprattutto dell'assegnazione al governo francese di un posto nel consiglio di amministrazione della società frutto della fusione. Attualmente, la Francia controlla il 15% circa del capitale della Renault e quasi il 28% dei diritti di voto e in forza di tale potere conta su due suoi rappresentati nel Cda. La proposta di FCA prevede che il governo transalpino scenda al 7,5% circa, ottenendo diritti di voto solo dopo il perfezionamento dell'accordo di aggregazione sulla base del meccanismo dei "loyalty voting rights". Nessun posto nel consiglio sarebbe stato esplicitamente assegnato a un rappresentante della Francia. Nelle ultime ore, però, sarebbe stato raggiunto un compromesso risolutivo: il governo francese, che aveva insistito per avere un posto garantito nel nuovo consiglio e un veto effettivo sulle nomine dei massimi dirigenti, occuperà una delle quattro sedie assegnate alla Renault che, a sua volta, cederà anche uno dei due seggi (su un totale di quattro previsti) nel comitato nomine.
La sede a Parigi. Un'ulteriore concessione riguarda la localizzazione della sede in Francia. Nella mozione iniziale non sono state fornite indicazioni su una preferenza da molti assegnata ad Amsterdam, dove sia la Fiat Chrysler sia la Renault-Nissan BV, la holding responsabile di molte delle attività operative dell'Alleanza franco-nipponica, hanno la loro sede legale. Il gruppo italo-americano avrebbe proposto di aprire la sede operativa della nuova società in una città neutrale, molto probabilmente Londra, ma negli ultimi giorni avrebbe indicato la propria disponibilità a scegliere Parigi e i suoi dintorni pur di soddisfare una precisa richiesta del governo francese. Un'ultima condizione, chiesta espressamente dall'esecutivo transalpino, riguarda il fronte occupazionale e la salvaguardia dei posti di lavoro e degli stabilimenti della Renault in Francia. Il gruppo FCA ha sin da subito escluso chiusure di impianti, ma ora avrebbe anche esteso la durata delle garanzie da due a quattro anni.
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