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Industria e Finanza

Tesla
Ancora un trimestre in rosso

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La Tesla ha chiuso il secondo trimestre con l'ennesimo rosso di bilancio nonostante il record di consegne e le promesse degli scorsi mesi su un attento e pervasivo controllo dei costi. La Casa californiana ha, nello specifico, registrato una perdita di 408,3 milioni di dollari, comunque in miglioramento rispetto al rosso di 717,54 milioni del corrispondente periodo dell'anno scorso.

Non bastano i record commerciali. I ricavi delle attività Automotive sono inoltre cresciuti, nel giro di un anno, dai 3,36 miliardi a 5,37 miliardi per effetto di volumi di vendita al massimo storico di 95.356 unità. Tuttavia il margine lordo è sceso dal 20,6% al 18,9%, il che potrebbe dimostrare come l'azienda stia pagando in modo negativo la decisione di spingere sulle vendite di una vettura da prezzi più popolari, e quindi meno remunerativi rispetto alle altre vetture in gamma, come la Model 3. Il trimestre aprile-giugno è stato il primo con le modifiche apportate al listino per il venir meno delle agevolazioni fiscali statunitensi e la relativa riduzione dei prezzi. Eppure la società ha allontanato qualsiasi timore affermando innanzitutto che il margine lordo è risultato invariato, al netto del calo dei crediti verdi, e poi che il prezzo medio della berlina compatta si è mantenuto intorno ai 50 mila dollari di media grazie alla continua propensione della clientela per la variante "Long Range”. Ciò nonostante non va trascurato come per le più redditizie Model S e Model X il trimestre si sia chiuso con un calo delle consegne aggregate del 21%.

Mercato deluso. La Tesla ha anche disatteso le attese del mercato. Il conto economico evidenzia, infatti, una perdita per azione rettificata di 1,12 dollari, in deciso miglioramento rispetto al rosso di 3,06 dollari di un anno fa, ma lontana dai -35 centesimi previsti in media dagli analisti. Inoltre, i ricavi totali, ossia comprensivi anche delle attività in campo energetico, sono cresciuti del 58,8% a 6,35 miliardi, ma sono risultati inferiori di 90 milioni rispetto alle aspettative. Per questo motivo le azioni della Casa californiana sono arrivate a perdere oltre l'11% al termine delle contrattazioni serali a Wall Street.

Bene i flussi di cassa. Positivo si è rivelato, invece, l'andamento di ulteriori parametri da sempre attentamente monitorati per capire le capacità dell'azienda californiana di sostenere le sue attività operative. I flussi di cassa, pari a 614 milioni di dollari, si sono, infatti, mantenuti positivi per quanto in calo rispetto ai 920 milioni del primo trimestre. Inoltre le riserve disponibili si sono attestate a ben cinque miliardi anche grazie ai 2,7 miliardi raccolti con il collocamento a maggio di azioni e prestiti obbligazionari.

Le nuove promesse di Musk. I risultati trimestrali modificano di poco quella che è la storia recente della Tesla, un'azienda da anni sotto i riflettori per le sue innovazioni e i successi in un mercato ancora del tutto inespresso ma comunque incapace di essere redditizio in modo sostenibile nel tempo. Qualcosa è invece cambiato nella strategia di comunicazione dell'amministratore delegato Elon Musk. Se infatti, fino a poche settimane fa, l'imperativo di Musk erano gli utili, da raggiungere tramite una combinazione di crescita dei volumi e attento controllo dei costi, ora tutte le attenzioni sono state spostate sull'espansione della capacità produttiva e della gamma d'offerta. Basti pensare che all'inizio dell'anno il messaggio principale dell'imprenditore era la promessa di chiudere in utile tutti i trimestri futuri, mentre ora è previsto un pareggio di bilancio nel terzo trimestre e il ritorno all'utile negli ultimi tre mesi dell'anno. "La crescita continua dei volumi, l'espansione della capacità e la generazione di liquidità rimarranno l'obiettivo principale", ha affermato Musk nella consueta lettera agli azionisti sottolineando quanto la Tesla fosse ormai "maggiormente focalizzata sull'espansione della presenza produttiva in nuove regioni, sul lancio di nuovi prodotti e sul miglioramento continuo dell'esperienza del cliente".

Confermati i target. L'amministratore delegato ha anche confermato, ancora una volta, i target di vendita fissati per il 2019 e cercato, così, di allontanare i dubbi del mercato sulla capacità dell'azienda di rispettare l'ambizioso obbiettivo di vendere tra 360 e 400 mila veicoli. Per venderne almeno 360 mila, la Tesla dovrà infatti mettere a segno nuovi record commerciali avendo consegnato poco più di 158 mila vetture nel primo semestre a causa di un primo trimestre fortemente deficitario e definito dagli stessi vertici aziendali come "un'aberrazione" nella recente storia di continua crescita. "Il tasso di produzione della Model 3 - ha comunque spiegato Musk - ha continuato a migliorare gradualmente durante tutto il trimestre, registrando un record mensile a maggio e poi di nuovo a giugno. Tutte le attrezzature di produzione di Fremont hanno dimostrato la capacità di produrre 7.000 Model 3 alla settimana, un tasso su cui continuiamo a lavorare per aumentarlo. Puntiamo a produrre 10.000 esemplari di tutti i modelli alla settimana (8 mila per la sola Model 3, ndr) entro la fine del 2019". "Stiamo lavorando per aumentare le nostre consegne di mese in mese e di anno in anno. Ciò è coerente con la nostra precedente indicazione di consegne tra 360.000 a 400.000 quest'anno", ha chiarito Musk, aggiungendo una previsione da grandi numeri per la Model 3 e la futura Model Y: nel giro di due anni la domanda per i due veicoli potrebbe crescere fino a 2 milioni di unità. La Tesla ha inoltre confermato le tempistiche di un'importante progetto: la Gigafactory di Shanghai è previsto diventi operativa entro la fine dell'anno. Infine, per la Model Y non cambia il periodo di lancio: arriverà entro l'autunno del 2020. 

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