Euro 7, aperte le consultazioni pubbliche
La Commissione europea ha avviato le consultazioni pubbliche in vista dell'introduzione dello standard Euro 7 sulle emissioni: si tratta del secondo passaggio procedurale della roadmap già avviata nell'ottica di redigere le nuove norme che regolino l'omologazione di automobili, furgoni, camion e autobus. La nuova fase, che terminerà il prossimo 20 novembre, apre la partecipazione a tutti i gruppi portatori di interesse, a partire dai rappresentanti degli Stati membri, dalle autorità locali e dalle aziende dell'industria automobilistica, per arrivare alle associazioni dei consumatori e ai privati cittadini.
Fase due. L'organo esecutivo della Ue ha avviato una prima consultazione sull'Euro 7 alla fine di marzo: a rispondere sono state 68 aziende e associazioni di categoria, che hanno richiesto un'approfondita valutazione degli effetti dell'Euro 6 prima della presa in esame di una nuova normativa in materia di emissioni. Uno step già previsto dalla Commissione, la quale valuterà fino che punto siano stati raggiunti gli obiettivi di abbattimento degli inquinanti e di miglioramento della qualità dell'aria. A oggi, una data per l'entrata in vigore degli standard Euro 7 non esiste ancora: tuttavia, stando alle indicazioni della roadmap di Bruxelles, il regolamento che introdurrebbe il nuovo standard e la sua entrata in vigore potrebbe essere approvato entro la fine del 2021.
I limiti attuali secondo Bruxelles. Secondo i documenti ufficiali, con l'Euro 7 la Commissione punta a "ridurre la complessità e i costi di adeguamento, aggiornare i limiti alle emissioni e garantire che tali limiti siano rispettati per l’intera vita del veicolo". Secondo Bruxelles, infatti, i regolamenti Euro 6 non sono sufficienti a garantire il raggiungimento degli obiettivi fissati dal Green deal per il 2050; inoltre, presenterebbero un quadro eccessivamente complicato, per esempio per le tempistiche sfalsate di entrata in vigore e le differenze nelle norme relative alle varie tipologie di veicoli. Una condizione che, oltretutto, rallenta l'applicazione della normativa e gonfia i costi di omologazione a carico dei costruttori. La Commissione, poi, giudica i limiti stabiliti dieci anni fa non più in linea con la situazione attuale e l'attività di monitoraggio richiesta dall'Euro 6 incapace di valutare l'impatto reale di un veicolo nel suo intero ciclo di vita.
I possibili sviluppi. A fronte di ciò, l'Europa individua tre possibili strade da percorrere. La prima è una revisione dell'Euro 6 in chiave semplificata e più uniforme, prevedendo uno standard unico per auto, furgoni, camion e autobus: un programma confermato in blocco dalla seconda ipotesi che, oltretutto, aggiungerebbe limitazioni più severe alle sostanze attualmente normate e l'eventuale introduzione di limiti per alcuni degli inquinanti non regolamentati dall'Euro 6. La terza via ipotizza l'introduzione del monitoraggio delle emissioni reali lungo l'intero ciclo di vita del veicolo; in questo caso, i dati verrebbero raccolti da sistemi installati a bordo e verificati attraverso un organo di sorveglianza terzo, nonché da appositi test di conformità.
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