La Commissione Europea deciderà entro il 2 febbraio prossimo se autorizzare o meno la fusione tra la Fiat Chrysler Automobiles e la PSA. È quanto emerge da un breve avviso pubblicato sul sito del massimo organo esecutivo dell'Unione Europea.
Riparte la procedura. Con l'indicazione della nuova data gli uffici antitrust di Bruxelles hanno riavviato la procedura di esame dell'operazione dopo oltre due mesi di sospensione. A luglio l'iter era stato fermato per consentire ai due gruppi di presentare delle proposte per alleviare i timori sollevati a giugno dai funzionari comunitari sull'impatto della fusione sui livelli della concorrenza sul mercato dei veicoli commerciali leggeri all'interno dello Spazio Economico Europeo e, in particolare, in 14 Stati membri dell'Unione Europea e nel Regno Unito (fino a fine anno ancora sottoposto ai regolamenti Ue): Belgio, Croazia, Repubblica Ceca, Francia, Grecia, Ungheria, Italia, Lituania, Lussemburgo, Polonia, Portogallo, Slovacchia, Slovenia e Spagna.
Le proposte. La Fiat Chrysler e la PSA, che in tutta l'Unione Europea arrivano a controllare, congiuntamente, una quota del mercato dei furgoni del 40% (oltre il 50% in Paesi come l'Italia o la Francia), hanno depositato le loro proposte pochi giorni fa. Per ora non ci sono conferme, ma sembra che i due costruttori si siano resi disponibili a rafforzare l'attuale partnership tra i francesi e la Toyota tramite un incremento della capacità produttiva dedicata al Toyota Proace nello stabilimento francese della SevelNord a Hordain. La partnership franco-nipponica risale ai primi anni del decennio e recentemente è stata modificata per includere un ampliamento della gamma dei veicoli commerciali forniti al costruttore giapponese per il mercato europeo con un nuovo furgone compatto da produrre a Vigo, in Spagna.
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