Carlos Tavares ribadisce, con toni estremanente forti, le sue preoccupazioni per le conseguenze della guerra dei prezzi avviata dalla Tesla sul mercato delle auto elettriche. Infatti, per l’amministratore delegato del gruppo Stellantis, le sforbiciate ai listini rappresentano una "una corsa al ribasso che rischia di finire in un bagno di sangue. Ed è quello che sto cercando di evitare: aggiusterò i prezzi in base a quanto riuscirò a ridurre i costi di produzione. Dobbiamo investire per rendere più accessibili, ma anche redditizi i veicoli a batteria". Tavares, che ha parlato durante una conference call sulla nuova piattaforma Stla Large, ha sottolineato soprattutto l’impatto sulla redditività dei costruttori: "Storicamente, la marginalità delle Case varia dal 3% al 14% e oggi si vede un significativo calo nella redditività delle compagnie automobilistiche a livello globale. Se c’è un trend di costante distruzione del valore, ossia si abbassano i prezzi a un ritmo superiore alla capacità di ridurre i costi di produzione, le aziende si trovano in difficoltà, chiudono i bilanci in rosso e rischiano di diventare prede dei gruppi che hanno i conti in ordine".
Tempesta in arrivo. Per il manager portoghese, è dunque necessario rendere una società "più robusta" quando si verifica "a livello di settore un trend di ribasso dei prezzi. Per questo penso che quello attuale sia un periodo darwiniano: si riducono i prezzi più velocemente di quanto si riescano a ridurre i costi, si finisce in perdita e si diventa un target delle società che invece sono in attivo. Penso che il modo migliore per affrontare il periodo sia cercare di proteggere la redditività". Da parte sua Stellantis ha in conti in ordine ed è perfino pronta a partecipare a eventuali operazioni di integrazione all'interno del settore: "Se i nostri numeri sono a livelli appropriati, allora siamo pronto per qualunque tipo di consolidamento. Questo finché i nostri numeri dimostrano che sono tra quelli che sono in grado di attraversare la tempesta con buoni dati finanziari. Quindi cosa posso dire? Guardate ai numeri di Stellantis, se sono buoni abbastanza vuol dire che siamo pronti, se non lo sono abbastanza vuol dire che non siamo pronti e dobbiamo lavorare di più". Al momento, però, il gruppo è focalizzato sulla ricerca "dell'equilibrio migliore tra tutelare le caratteristiche del nostro business e allo stesso tempo proteggere la redditività, perché quella che è in arrivo è una grande tempesta".
Elezioni e possibili scenari. La tempesta è direttamente correlata a diversi eventi già in corso come l’escalation militare nel Mar Rosso ("La situazione impatta sulla lunghezza dei viaggi perché se si deve girare intorno all'Africa, serve più tempo e si allunga la supply chain. Ma quando questo aumento di tempo sarà assorbito non mi aspetto altri impatti o grandi problemi. Alcuni nostri rivali potrebbero avere problemi, ma non è il nostro caso") o in programma nei prossimi mesi, a partire dalle tornate elettorali nella Ue e negli Usa. "Dobbiamo tenere gli occhi bene aperti sulle elezioni presidenziali americane e su quelle europee", ha spiegato Tavares. "Oggi noi stiamo facendo quello che ci ordinano i governi eletti dai cittadini. Alle elezioni la gente confermerà o meno se questa è la direzione da intraprendere. Quindi noi procediamo a occhi aperti e a piena velocità finché non vedremo se i cittadini vorranno cambiare direzione". Per questo motivo, il manager ha assicurato come si stia preparando a "due possibili scenari basati sul risultato delle elezioni: siamo pronti per entrambi. Gli scenari sono di accelerazione se dovessero vincere i progressisti dogmatici o di decelerazione se vincessero i populisti".
Servono incentivi per le Bev. In sostanza, il gruppo automobilistico si adeguerà sia al caso di una conferma delle attuali politiche volte ad accelerare l’adozione della mobilità elettrica sia all’ipotesi, tanto temuta dal settore, di un improvviso dietrofront. A ogni modo, Stellantis è "pronta a passare al 100% all'elettrico nel 2030" perché ha "veicoli, capacità e tecnologia", ma sempre “a patto di mantenere i conti in ordine". Tuttavia, Tavares è stato netto nel ribadire un concetto chiaro: "Siamo qui per servire la società in cui operiamo. Finché i cittadini comanderanno di andare verso le emissioni zero, io seguirò quella direzione. Se decideranno di andare in una differente direzione, aggiusterò la strategia in quel senso". Per questo, ha spiegato Tavares, "terrò gli occhi aperti su quel che succede, ma finché mi diranno di andare avanti non rallenterò il passo, investirò nei modelli e nella capacità produttiva". Detto questo, non manca l’ennesimo avvertimento sulla necessità di soddisfare le richieste di un mercato, che per ora non sta abbracciando la mobilità alla spina secondo gli auspici della politica e richiede, dunque, un intervento pubblico. "Noi stiamo facendo soldi con Bev e Phev: i nostri veicoli elettrificati generano ritorni positivi in Usa e Ue. E' la nostra filosofia di gruppo: non sviluppiamo attività che non sono redditizie. Tuttavia, il messaggio che arriva dai mercati è chiaro: servono incentivi per colmare l'extra costo delle elettriche. Noi come gruppo siamo impegnati ad assorbire il 40% dell'extracosto delle Bev nei prossimi anni, ma serve tempo ed energia".
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