Ghosn come Marchionne. "Se il governo non interviene e la situazione non cambia saremo costretti a trasferire la produzione fuori del Giappone" ha detto l'amministratore delegato di Renault e Nissan ieri pomeriggio in una chiacchierata con la stampa internazionale a margine del Salone di Tokyo. Nel mirino di Carlos Ghosn il superyen, "artificialmente sopravvalutato rispetto all'economia reale del Paese". Oggi ci vogliono 105 yen per un euro e 75 per un dollaro e questo pone molta pressione sulle esportazioni.
Tasso insostenibile. "La produzione locale per il mercato domestico non è un problema - ha detto Ghosn - è ciò che produciamo in Giappone per essere esportato che risente di questa situazione, e l'export della Nissan ammonta a circa il 50% della produzione giapponese. Con questi tassi di cambio è diventato insostenibile fare investimenti in Giappone. Il problema alla fine non è per i costruttori, è per la gente, per l'occupazione locale. I costruttori infatti non fanno che spostare altrove la produzione".
Déjà vu. Un messaggio, neppure tanto velato al governo di Tokyo perché intervenga sui tassi di cambio oppure stabilisca una serie di incentivi che invoglino i costruttori locali a non delocalizzare le fabbriche. Toni che riecheggiano altre dichirazioni, di altri manager, molto più vicini a noi. Cambiano solo il teatro e l'attore sulla scena.
Da Tokyo, Roberto Lo Vecchio
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