Dopo il caso del cartello tra case tedesche anticipato dallo Spiegel e alla vigilia del vertice tra governo e case automobilistiche, in Germania esplode lo scandalo sul presunto coinvolgimento della Kba nel dieselgate: secondo il quotidiano Bild, l’autorità federale – controllata dal ministero dei Trasporti - avrebbe “coperto” la Porsche, intervenendo direttamente sui rapporti di controllo relativi alle emissioni.
L’accusa. Stando alle fonti del giornale, la Kba era al corrente delle manipolazioni diesel “da almeno un anno”: nello specifico, viene citato un report – mai pubblicato nella versione originale – in cui si evidenziava l’esplicita esistenza di “defeat device illeciti” per aggirare i test da banco: dopo un presunto intervento del costruttore, i termini sarebbero stati ridotti al più blando “cambiamento nel comportamento dei sistemi di trattamento dei gas di scarico”. Secondo la Bild, la prova starebbe nella corrispondenza tra l’ente e la stessa Porsche.
La smentita. Le notizie di stampa hanno scatenato numerose reazioni politiche, tra cui quelle dei Verdi, aumentando la pressione sul dicastero guidato da Alexander Dobrindt e costringendolo a pubblicare una smentita ufficiale. “Respingiamo l'interpretazione secondo la quale il ministero avrebbe ‘disinnescato’ il report di controllo della commissione di verifica della Volkswagen a favore di Porsche”.
Il richiamo. Zuffenhausen, già coinvolta nelle cause americane per le emissioni NOx dei V6 3.0 TDI, è sotto accusa anche in Germania. Pochi giorni fa, Berlino ha imposto un richiamo per 21.500 Cayenne equipaggiate con il 3.0 TDI Euro 6 fornito dall’Audi: la stessa Casa ha ammesso di aver trovato "un sistema irregolare" nel corso di un'indagine interna, comunicando la propria disponibilità a risolvere il problema con l'aggiornamento.
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