Per la nuova Smart quei venti centimetri di lamiera in più sono un'enormità, se li rapportiamo ai duecentosettanta complessivi della sua lunghezza.

Tanto per farci un'idea più precisa, la crescita equivale, più o meno, a ben trentacinque centimetri in più per una berlina di quattro metri e mezzo, che di fatto, così allungata, balzerebbe addirittura nella categoria superiore. Non è questo il caso della "fortwo", che resta la più piccola utilitaria del mercato, la solita insostituibile regina dei caotici centri storici, l'unica parcheggiabile appena si libera un "buco".

L'aumento delle dimensioni esterne non ha cambiato in modo percepibile lo sviluppo dell'abitacolo, dove anche un guidatore di due metri sta comodo e dove è possibile caricare un oggetto lungo fino a 141 cm abbattendo lo schienale del sedile passeggero.

Cambia invece la plancia: ha uno sviluppo più orizzontale, con il mobiletto centrale meno prominente, l'airbag passeggero meglio integrato, le bocchette per il clima centrali orientabili separabili per il lato sinistro e destro. Migliorato anche il quadro strumenti, soprattutto dal punto di vista della leggibilità.

Di veramente nuovo c'è il motore a benzina, aspirato (da 61 e 71 CV) e turbo (da 84 CV). Si è passati infatti dal tre cilindri "made in Germany" a un'unità simile con cubatura maggiore (da un litro) e passaporto giapponese, che a dire il vero non ha stabilito nuovi record di consumo, fermi attorno ai 7 litri per cento chilometri (pari a 14 km/litro). In compenso ha migliorato le prestazioni.

Fa passi avanti anche il cambio automatico che vede ridursi i tempi d?innesto, in passato largamente criticati. Resta da perfezionare, invece, lo sterzo, pesante senza servoassistenza e comunque con scarso feedback.