La Maserati cambia direzione e la Ghibli rappresenta, almeno in parte, il simbolo di questo new deal. Questa berlina di cinque metri, infatti, esce dall’empireo dove le auto col Tridente sono sempre state e si mette a fare i conti col mercato, lanciando un guanto di sfida alle "solite" tedesche premium. La sfida nella sfida sta nel passare alla modalità industriale vera e propria senza perdere il gusto per l'artigianalità. Una soluzione trovata spostando le linee di produzione della Ghibli a Grugliasco, visto che gli impianti di Modena non sarebbero sufficienti per raggiungere l’obiettivo delle 20.000 vetture all’anno.
Sportiveggiante, ma comoda. I tedeschi che cosa penseranno di quest’operazione? Decidiamo di chiederglielo direttamente e, al volante di una scintillante Ghibli nera, equipaggiata con un 3.0 turbodiesel da 275 CV, partiamo alla volta di Monaco di Baviera, dove arriviamo perfettamente riposati. Ci aspettavamo che la sua indole dinamica e sportiveggiante si facesse sentire, e invece no, per nulla anche nel prosieguo del viaggio. Dopo aver chiacchierato con i dipendenti BMW, ci siamo spostati al quartier generale dell’Audi, a Ingolstadt, e infine a Sindelfingen, amena località alle porte di Stoccarda che sta alla Mercedes come Torino alla Fiat. Il risultato di questo breve "sondaggio" è che i tedeschi confidano quasi ciecamente in sé stessi e nei loro prodotti, ma questo non toglie nulla, ma proprio nulla, alla "nostra" Ghibli, che nei 2.000 chilometri del viaggio ha dimostrato di poter essere un’alternativa esotica e stimolante ai loro incrociatori perfetti, rispettabilissimi, ma talvolta un po’ freddini.
Com'è fatta. A bordo della Maserati Ghibli il lusso è evidente, ma è diverso da quello delle rivali germaniche. Là, a risaltare è la ricerca quasi maniacale della perfezione fin nel minimo dettaglio; qui, invece, è l’atmosfera che conta, il calore generale più che l’irreprensibile realizzazione del singolo elemento. Ciò non toglie che qualcosa, sulla Ghibli, si possa migliorare: alcuni dettagli di finitura, per esempio, sembrano presi di peso da modelli di rango inferiore, il devioluci non è il massimo della comodità e la leva del cambio non sempre segue in maniera irreprensibile i desideri del guidatore. A dirla tutta, pure il sistema multimediale fatica a reggere il confronto con certe meraviglie del made in Germany: ha una grafica elementare e una quantità di funzioni non certo fantasmagorica. Ma in fondo va bene così: questa è un’auto perfetta per emozionarsi con la guida, più che per fare una ricerca su Google mentre si viaggia. E il piacere riguarda anche i passeggeri, avvolti da un abitacolo sontuoso e ricoperto da molti metri quadrati di pelle. I comandi sono disposti con cura, la strumentazione è bella ed elegante e i due enormi paddle del cambio (optional) sono un invito alla guida. Anzi, alla bella guida.
Come va. In Germania, nei tratti in cui non c’erano limiti di velocità, la Ghibli non s’è fatta pregare e ha dimostrato subito la sua insofferenza alle "velocità legali". Con un approccio meno gelido di una Mercedes CLS o di una Audi A7, ha occupato la corsia di sorpasso con grande carisma. Con 275 CV, però, non si può pretendere un dominio incontrastato e, nel complesso, si è portati a considerare le prestazioni adeguate, ma non certo fuori catalogo. Il tre litri spinge bene, oltre a consumare poco: non ha un allungo straordinario, ma è pieno di coppia, e poi si sposa alla grande con l'onnipresente ZF a otto marce, che in certe situazioni assomiglia a un doppia frizione, tanto è preciso e puntuale nelle cambiate. Passando dalle autobhan a una strada con un po’ di curve, basta una breve pressione sul tasto Sport per trasformare il suono del V6 a gasolio in quello di un V8 a benzina americano. Un altro clic per mettere il cambio in manuale, e la Maserati dimostra subito di fare con piacere ciò che le rivali, spesso, fanno per dovere. Le due tonnellate e passa rimangono, certo, ma fanno di tutto per tenersi ai margini della vostra esperienza di guida e la sensazione è di stringere il volante di un’auto più corta di mezzo metro rispetto alla realtà. Peccato solo lo sterzo non rispecchi fino in fondo l’anima di una Maserati: è preciso, ma non così affilato come ci si aspetterebbe, oltre a manifestare una leggerezza che, in più di un’occasione, lo rende poco loquace.
In sintesi. Neppure gli appassionati più ottimisti, probabilmente, avrebbero immaginato che la Maserati potesse lanciarsi in quest’avventura: passare da poche migliaia di unità a 50.000 automobili l’anno nel 2015 non è uno scherzo, ma tutto sembra funzionare. Qualche dettaglio qua e là si può migliorare, ma la personalità è strepitosa, e la berlina italiana ha tutte le carte in regola per lanciare la sua sfida alle rivali tedesche.
Pregi e difetti
MASERATI Ghibli
Ghibli V6 Diesel 275 CV
Pregi
Qualità stradali. Come la Quattroporte, è un magico punto d'incontro tra una berlina e una sportiva. Due tonnellate e non sentirle.
Confort. La Ghibli non fa sconti in materia di comodità: morbida e silenziosa, regala viaggi in prima classe.
Difetti
Dotazioni di sicurezza. Ci riferiamo in particolare ai dispositivi elettronici di assistenza alla guida: ormai sono imprescindibili, ma sulla Ghibli non abbondano.
Finitura. Qualche dettaglio non è all'altezza: gli innesti della leva del cambo, per esempio, sono poco definiti.
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