La prova della Giulia Quadrifoglio
La difficoltà più grande, con questa Alfa Romeo Giulia Quadrifoglio, è rimanere inflessibili professionisti, non lasciarsi trasportare dalle emozioni, tenere a bada le sensazioni: un po' per l'attesa (lunga), un po' per le attese (grandi). Gli esterni sono un pochino meno sobri del solito. Concetto che non c'entra con l'eleganza, ché quella invece è la stessa delle sorelle mainstream. Giusto il tempo per un'occhiata agli interni: le plastiche non sono assemblate con la millimetrica precisione teutonica, ma è comunque l'Alfa meglio rifinita di sempre. E, visto che si tratta della versione top, non bisogna avere remore con il portafogli: i sedili di serie sono belli, ma il mood della Quadrifoglio impone di aggiungere gli Sparco di carbonio, come sull'esemplare della prova. Uno scherzetto da molte migliaia di euro, che sono parecchi anche per una vettura che non ha negli aspetti economici la sua ragion d'essere. Ma sono quello che ci vuole: dal punto di vista funzionale, perché a quel punto la posizione di guida diventa perfetta, e poi perché si sposano con i mille altri elementi realizzati con il medesimo materiale, a cominciare dal tunnel centrale.
Alfa Romeo Giulia Quadrifoglio: la prova completa
Allungo di razza. La Quadrifoglio te la senti addosso subito: è quello che accade con tutte le Giulia, in fondo, ma qui ha un significato ancora più profondo. Quasi carnale, verrebbe da dire. Fin da subito, hai la sensazione di guidare un'auto leggera e precisa. La perfetta ripartizione delle masse sugli assi sembra quasi di percepirla, perché i movimenti della scocca sono sempre molto bilanciati tra un avantreno che non rifiuta mai le curve e un retrotreno così inchiodato a terra da sembrare sovradimensionato persino per i 510 cavalli dei quali è capace il sei cilindri. Visti i tempi, la sovralimentazione era inevitabile, ma il suo carattere non è smaccatamente da turbo. Ed è un complimento, ci fosse bisogno di specificarlo. Certo, non ha la prontezza estrema di una AMG, che già a 1.500 giri spinge fortissimo, ma qui, in compenso, c'è un allungo di gran razza. Giri e cattiveria aumentano in maniera proporzionale e ci si trova delle parti del limitatore, poco oltre i 7.000, con la splendida sensazione che sotto il piede potrebbe essercene ancora.

Cambio sei marce manuale. Per la serie nessuno è perfetto, la Quadrifoglio della prova è dotata di un sei marce manuale: quando ci si esibisce nella bella guida su una strada ricca di curve, tra il machismo della sua leva e la capacità di fare automaticamente la doppietta, riporta alla mente antiche emozioni. Ma i suoi pregi finiscono lì: nella vita di tutti i giorni è utile più che altro per fare i conti con una frizione pesante e, in pista, per perdere preziosi decimi di secondo ogni volta che si cambia marcia.

Qualità di guida. Una strada ricca di curve, dicevo. È lì che la Quadrifoglio ti conquista per sempre, perché ha una capacità di mettere in fila le traiettorie che non è proprio merce comune. Per lo sterzo, inutile cercare definizioni particolari: è semplicemente unico, in primis perché ha una prontezza fuori del comune. E poi perché questa qualità riesce a non mettere in imbarazzo né il pilota né il telaio, cosa che non si potrebbe dare proprio per scontata in linea di principio. E a rifinire le qualità di guida ci pensa il torque vectoring, che sposta più in là le già notevoli doti del telaio. Rende infatti ancora più incisivo l'apporto dell'acceleratore nel definire le traiettorie, che vengono chiuse con una precisione che è un esempio anche per le concorrenti tedesche. Le quali magari si muovono con altrettanta efficacia, ma non con la stessa finezza.

Modalità Race. Curva dopo curva, ti senti così sicuro di te che gradiresti un'elettronica un pochino meno presente, almeno in Dynamic: niente di esagerato, giusto quel che servirebbe per “sentire" fino in fondo la macchina senza mettere in discussione la sicurezza. In realtà, con il Dna pro presente sulla Quadrifoglio, c'è anche una quarta posizione, ma non è quel che serve per andare su strada. E lo si capisce già dal nome, Race: prevede la totale disattivazione dell'Esp. In pratica, qualcosa che possono utilizzare soltanto guidatori di provata esperienza quando decidono di divertirsi in pista. Come dite? Quattro ruote sterzanti? Già, esistono anche loro e negli ultimi tempi stanno conoscendo una seconda giovinezza. Qui non ci sono, ma della loro assenza, francamente, non si accorge nessuno.
Alessio Viola
(Prova su strada ripresa da Quattroruote di luglio 2016)
Pregi e difetti
Pregi
Dinamica di guida. Le grandi promesse sono mantenute, perchè la Quadrifoglio ha un'efficacia entusiasmante.
Motore e prestazioni. Il V6 gira alla grande, da vero propulsore sportivo, e regala prestazioni di altissimo livello.
Difetti
Dotazioni. Alcuni optional saranno disponibili più avanti, altri non lo saranno proprio. Un peccato, viste le (lecite) aspirazioni della Giulia.
Taratura Esp. Nulla da eccepire sui setup disponibili. Ma ce ne vorrebbe uno più permissivo per divertirsi in sicurezza sull'asciutto.
Dati & prestazioni
Pagelle
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