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Prove su strada

Toyota Prius

La nostra prova della 1.8 Style

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Vent'anni dopo, o quasi, la Toyota Prius continua a essere un piccolo mondo a parte. Persino oggi che quasi tutti i Costruttori hanno a listino le loro brave ibride, la più verde delle auto verdi rimane un oggetto a dir poco peculiare. Ciò detto, non bisogna pensare che questa Toyota debba rimanere incrollabilmente uguale a se stessa. Anzi, con l'edizione numero quattro la Prius ha deciso di fare un accurato esame di coscienza e affinare quegli aspetti che, dal 1997 a oggi, non hanno mai convinto fino in fondo. Per esempio, quello strano e complicatissimo marchingegno che sostituisce il tradizionale cambio è ancora lì al suo posto, ma finalmente riesce a limitare il famigerato effetto scooter. Anche la guidabilità è molto migliorata, grazie all'adozione del nuovo pianale Tnga. Infine, l'impostazione ovoidale che porta con sé da una dozzina di anni è sì intoccabile (oltre a dare ottimi frutti in termini aerodinamici, come dimostra il CX di 0,275 rilevato dal Centro prove), ma non ha impedito ai designer di dare fondo alla loro creatività.

Caratteristiche. Dentro, si tratta più che altro di fare l'abitudine al candore delle plastiche del tunnel, che è l'elemento più vistoso appena si sale a bordo. Per il resto la Prius ricorda soprattutto se stessa anche se, per essere precisi, rispetto al passato si sta seduti più in basso di sei centimetri. I display della strumentazione, sempre là ben al centro, sono diventati ancora più ricchi. Gli strumenti in senso classico sono ridotti al minimo, ma la quantità d'informazioni è comunque enorme, perché tutto quello che può servire per gestire e analizzare i consumi è presente. Si tratta soltanto di prenderci un po' la mano, perché tutto si gestisce con i tasti al volante, che non sono il massimo dell'intuitività. Ciò che è davvero fuori luogo, invece, è il freno di stazionamento: si tratta di un ormai vetusto pedale meccanico, che andrebbe sistemato quanto più a sinistra possibile, invece è davvero troppo a destra e, a volte, si finisce per averlo tra i piedi (in senso reale, non figurato). Una piccola distrazione progettuale, esattamente come i tasti per il riscaldamento dei sedili, nascosti in basso, in una zona poco accessibile tra il tunnel e la console. Qui si punterà pure sulla tecnologia e sull'originalità, ma quando si firma un assegno da 35 mila euro anche l'occhio continua a volere la sua parte.

Come va. Appena ci si muove, la Prius sembra prendere le distanze dalla sua storia. Magari non ce n'è ancora abbastanza per dichiararle vero amore se siete cresciuti a pane e Nürburgring, ma oramai è diventata una vettura che anche un automobilista medio può guidare con una certa soddisfazione. A sdoganarla ci pensa ‒ incredibilmente ‒ pure l'E-Cvt, che fa il possibile per tenere a bada l'effetto scooter, che nella vita di tutti i giorni non si fa sentire granché, neppure quando si mette giù durante un sorpasso. Per quanto riguarda i consumi anche in questa versione 4.0, le tradizioni sono rispettate e, anzi, portate a un livello più alto, con richieste di carburante sempre molto basse (sui 20 km/litro di media). Il miglioramento c'è stato non soltanto in termini di pure percorrenze chilometriche, ma anche nella facilità con la quale è possibile raggiungere questi risultati. La Prius, infatti, ora è un po' più “elettrica" e, per muoversi con i puri elettroni, serve molto meno impegno da parte del guidatore, compreso l'utilizzo del pedale del freno, che sulla Prius precedente creava qualche impaccio: adesso, invece, è ben modulabile, grazie al miglior raccordo tra la frenata rigenerativa e quella classica.

In sintesi. Solo vent'anni fa, o poco più, la tecnologia ibrida stava facendo impazzire il suo inventore, Takeshi Uchiyamada. Superato lo stallo, però, quella che poi si sarebbe chiamata Prius non smise più di macinare strada. E da quei primi, timidi passi, l'ibrida della Toyota è arrivata fino a oggi, ritagliandosi uno spazio sempre più importante nella storia dell'automobile. Ora si ripresenta con una quarta edizione che non è semplicemente tutta nuova: la Prius, infatti, s'è impegnata per superare i suoi limiti storici, a cominciare dalla guidabilità. Adesso si lascia portare a spasso con una piacevolezza che potrebbe convincere persino quegli automobilisti che, fino a oggi, mai si sarebbero convertiti al particolarissimo modo di essere di questa macchina.

Alessio Viola
(Prova su strada ripresa da Quattroruote di marzo 2016)

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  • N.P. - Rilevazione non possibile
 
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