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ASTON MARTIN DBX

  • Suv/Fuoristrada
  • benzina

DBX

Una vera Suv, ma con anima GT: l’Aston Martin DBX nasce dal desiderio di prendere lo spirito di una Granturismo, appunto, e di appoggiarlo su ruote più grandi del solito (le più grandi mai viste a Gaydon), piegandosi alla normalità senza mettere in gioco una gloria costruita attraverso le generazioni. Resta senza dubbio una Aston Martin per la classe, l'eleganza e l'originalità, anche se poi è difficile considerare intatta la magia di sempre. In effetti, non si può pretendere che una sport utility sia sexy quanto una coupé, ma si può dire che i designer sono riusciti a donare la levità di una Macan a un corpo vettura più lungo di una Range Rover. Profondamente diversa dall'ultima esecuzione a quattro porte della Casa (la Rapide, che era sul serio una coupé con due sportelli in più), la DBX tiene fede alla sua natura di sport utility offrendo praticità, accessibilità e quattro posti realmente comodi. Il resto è il punto d'incontro tra stile ed ergonomia, a cominciare dai classici tasti in cima alla console, per l'avviamento e le marce. In mezzo a uno stile che reinterpreta la tradizione, le aperture alla modernità digitale non mancano: il pannello della strumentazione indugia con lo stile, per non far dimenticare gli indicatori fisici, e finisce per non essere un campione di leggibilità. Il contagiri, in senso antiorario in un omaggio alla tradizione, libera spazio nella zona centrale del quadro, dove si trovano menu e informazioni tradizionali e vagamente scarni. L'impianto multimediale, alla fine, risulta il punto debole della vettura. Più recente rispetto a ciò che si trova sulla DB11 o sulla Vantage, rimane comunque un oggetto ante MBux.
Come va. Il cofano della DBX accoglie un grande classico come il quattro litri AMG, V8 biturbobenzina che in questa declinazione mette sul tavolo 550 cavalli. I quali danno una quieta e rassicurante idea della loro presenza con tonalità autorevoli e baritonali (senza magheggi elettronici, peraltro) già al minimo e già a partire dalla modalità GT, la più morbida tra quelle stradali, che con il suo nome lascia intendere quali siano le ambizioni di questa Aston Martin: nei desideri più hard dei suoi ingegneri dovrebbe unire, nel mondo Suv, il sangue caldo della Vantage e l'anima da granturismo della DB11. La DBX convince e si passa il tempo a chiedersi dove siano i cinque metri di lunghezza, i due di larghezza e gli oltre tre di passo. E i 2.433 kg registrati dalla bilancia. È un bellissimo incontro tra precisione e morbidezza, in riferimento alla delicatezza e alla malleabilità con la quale le ruote finiscono esattamente dove si desidera: senza sforzi, senza preghiere. La DBX è agile e composta e regala reazioni naturali, per nulla impensierite dalla digitalizzazione. Il V8, che non indulge alla parsimonia neppure quando si va piano, è spalluto già in basso e sale di giri autorevole, con le turbine che soffiano e l'ago del contagiri che punta dritto verso il sette. Un'energia che sembra fatta apposta per mettere in luce le doti del telaio, se non fosse che, a fare da trait d'union tra i due, c'è un cambio perfettibile. L'onnipresente otto marce ZF è sostituito da un nove rapporti di origine Mercedes: nella vita quotidiana va tanto bene, ma in certi momenti pecca d'incisività e in scalata, a volte, sembra faccia un favore a concedere le marce. Accade pure in Sport e Sport+, posizioni in cui l'assetto cambia in modo sensibile. Le barre antirollio attive alimentate dal sistema a 48 volt (eArc, nell'onomastica della Casa inglese) s'incaricano di tenere a bada il rollio, l'assetto si acquatta e la DBX s'infila in curva con grande self control: la leggerezza dello sterzo non impedisce di leggere quello che accade alle ruote anteriori, mentre il dinamismo e la compostezza generali quasi ti fanno dimenticare che il retrotreno non è di tipo sterzante. Là dietro è previsto solo un differenziale autobloccante a controllo elettronico, e va bene così. Perché una Urus in rettilineo va via, ma tra le curve l'Aston non la teme. Dietro, arriva tra il 53 e il 100% della coppia e ciò la rende deliziosamente facile da guidare: ricorda una Cayenne Coupé GTS. A tratti addirittura una Macan. Per essere felici, servirebbe soltanto un pedale del freno un po' meno cedevole. Perché lei è una vera Aston. Che per caso è una Suv.

Dimensioni e caratteristiche ASTON MARTIN DBX

  • Anno modello: 2020-2025
  • Posti: 5
  • Porte: 5
  • Serbatoio: 87-0l
  • Altezza Altezza: 168 cm
  • Larghezza Larghezza: 200 cm
  • Lunghezza Lunghezza: 504 cm

Consumi reali rilevati | €/100 km

Accessori di serie su questo modello

Comfort

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Esterni

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  • Servizi

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  • Allestimenti

    Allestimenti Cilindrata kW/CV Anno  
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    DBX707
    DBX707
     

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