Camaro
Come va. Per viaggiare spediti basta un filo di gas, che qui è già molto (a 3.000 giri si sfiorano i 180): in più, ovunque si vada, si è al centro dell’attenzione. Al minimo, il V8 quasi non si sente: fa più rumore la ventola del climatizzatore. La risposta è elegante, vellutata. Poi, oltre tale soglia, scatta la progressione, che è notevole: a questo punto le nostre strade non bastano più e, per vedere i 6.200 giri, servono grandi spazi. La Camaro si libera, si esibisce al meglio, in un “concerto” dai toni bassi e possenti. In Drive il cambio è ben accordato al motore: ma sul nostro esemplare ci sono anche i paddle. Così la manovra diventa più rapida e sportiva, senza per questo voler emulare i migliori standard europei. Efficace il kick-down. L’agilità è superiore alle attese: la Camaro “sente” il fondo irregolare, per via della gommatura, ma non ha un assetto così estremo, pur essendo consistente. E allora si può viaggiare con buon confort, almeno davanti. Anche lo sterzo asseconda bene le qualità del telaio, che garantisce tenuta e sincerità di comportamento. Questo non esclude che sui fondi viscidi si debba stare ben abbottonati. La massa si fa sentire in fase d’inserimento sulla Camaro, con un po’ di sottosterzo che dà, però, sicurezza: il retrotreno è saldo e quasi insensibile al tiro-rilascio. Sullo stretto il sovrasterzo di potenza è progressivo; il V8 ha un discreto allungo, ma non entusiasma ai bassi regimi.
Pregi. Emozioni impagabili con il motore V8 e la trazione posteriore. La gamma parte da 40.000 euro, prezzo inferiore a molte sportive europee.
Difetti. Quanto a consumi, la Camaro non sarà una delle auto più “popolari” del momento, ma vale il discorso: poca strada, ma ben fatta. Confort e bagagliaio non sono i suoi atout