Il numero di ottobre di Quattroruote, in edicola dal 30 settembre e già disponibile in Digital Edition, dedica la copertina alla prova su strada della Renault Clio, fresca di restyling, che nella versione full hybrid stupisce per i consumi urbani straordinariamente contenuti: in città, infatti, la francese infrange la barriera dei 30 chilometri con un litro di benzina. Le altre vetture testate a Vairano sono la Ford Bronco, icona pop della cultura americana che finalmente sbarca in Italia, e tre elettriche: la Polestar 2, che dopo il recente aggiornamento fa più strada con un "pieno", la BYD Atto 3, il primo modello del marchio cinese disponibile sul nostro mercato, e l’Audi SQ8 e-tron. Se poi le Anteprime sono dedicate ai piani della Kia, che ha in programma un cospicuo rafforzamento della sua gamma elettrica, le Autonotizie mostrano, tra l’altro, le nuove Peugeot 3008, Volkswagen Tiguan e Tesla Model 3. Nell’Attualità, invece, vi spieghiamo quanto siano ormai facili i furti delle macchine, a causa dell’estrema vulnerabilità dell’elettronica di bordo, e analizziamo l’impressionante crescita dei prezzi delle auto registrata negli ultimi anni, che ha portato alla quasi totale sparizione dei modelli sotto i 15 mila euro. Assieme al fascicolo di ottobre, infine, si può acquistare QTour, un volume di 96 pagine – realizzato in collaborazione con la Citroën – nel quale vi proponiamo dieci itinerari automobilistici che toccano i Beni del FAI e altri luoghi suggestivi del nostro Paese.
Renault Clio: la prova su strada della E-Tech 145 Esprit Alpine
Renault Clio. Con il restyling della quinta generazione, la Renault Clio si conferma attraente pur senza essere una Suv (c’è la Capture a coprire questo ruolo). E con contenuti all'avanguardia, a cominciare dalla catena cinematica full hybrid della E-Tech 145 in prova. La Clio, perciò, si distingue in un settore dove la produzione europea ha un po’ tirato i remi in barca, soprattutto se guardiamo al particolare powerpack benzina-elettrico che trova concorrenti di pari taglia solo a oriente: Honda Jazz e Toyota Yaris, per esempio. E poi, non è da trascurare il prezzo di listino, che attacca intorno a 17 mila euro per la versione base a benzina a cui bisogna aggiungerne altri 5 mila per l'ibrida in allestimento Evolution. Abbiamo provato la più completa Esprit Alpine, che già dal nome evoca la sportività tipica dei modelli della Casa di Dieppe (il "braccio armato" in senso rallistico, soprattutto della Renault). Il che significa interni più curati e sedili anteriori molto profilati, dotati di rivestimenti esclusivi che si ritrovano nella plancia e in altri dettagli. Alla verifica dei fatti, la Clio full hybrid ha dimostrato di essere molto parca nei consumi, arrivando addirittura oltre i 30 km/litro in città, terreno ideale per sfruttare un'ibrida; ma anche considerando la media generale non ci si può lamentare. Ciò nonostante, la Clio riesce ad essere pure brillante, sfoderando prestazioni che rendono giustizia al battitacco cromato e serigrafato Alpine. Detto questo, nella compattezza generale (poco più di 4 metri la lunghezza esterna) ci rimette un po' il bagagliaio, che perde pure un po' di spazio per far posto alla batteria del sistema ibrido sottostante.
Polestar 2 Long Range RWD: come va con le novità del MY24
Sulle prime, sembrerebbe soltanto un lieve ritocco estetico, con la mascherina verniciata nel colore della carrozzeria. Invece, di carne al fuoco la Polestar 2 2024 Long Range Single Motor ne mette tanta: il motore elettrico si sposta sulle ruote posteriori (alle quali, naturalmente, invia il moto) e guadagna una dose extra di cavalli, portando il totale a quota 299. Cresce pure la taglia della batteria, che raggiunge i 79 kWh netti. Ciò significa che è aumentata pure l’autonomia: in media, secondo il nostro Centro prove, partendo con il "pieno" si possono percorrere 482 km prima di fermarsi alla colonnina; dove, fra l’altro, si può ricaricare fino a 205 kW in corrente continua e a 11 kW in corrente alternata. Ampliando notevolmente gli orizzonti. I miglioramenti tangibili riguardano pure il piacere di guida: sulla Polestar 2 2024, l’esperienza al volante è più strutturata e saporita, con il retrotreno che aiuta a chiudere le curve e uno sterzo che, pur non tagliente come un rasoio, ha tutte le caratteristiche che servono per gestire con la dovuta perizia traiettorie e punti di corda. Il tutto senza togliere confort, sia nei brevi tragitti cittadini (con sospensioni adeguatamente disposte a incassare una gran varietà di buche), sia nei lunghi viaggi autostradali. E un abitacolo minimal chic, che abbraccia la sempiterna filosofia scandinava sia nello stile sia nella funzionalità. Ciò vale per tutte le varianti della gamma, che rimane articolata e comprende pure il Performance Pack: 476 cavalli e assetto Öhlins regolabile, per dare del tu alle curve.
BYD Atto 3: comoda e con lo schermo rotante
Il nome riecheggia l’opera lirica - uno dei tratti distintivi del mondo occidentale agli occhi degli asiatici - ma la BYD Atto 3 vuole essere una macchina piuttosto razionale: la batteria da 60,5 kWh netti consente di percorrere 302 chilometri (reali), la qualità delle finiture è paragonabile a quella delle più diffuse competitor coreane ed europee e, tutto sommato, la guida non delude. L’abitacolo, poi, è spazioso, pure per chi si accomoda sul divano. Ma a colpire, una volta a bordo, sono alcuni gadget stravaganti: uno su tutti? Le tre corde elastiche rosse che servono a trattenere gli oggetti nei pannelli porta: non appena le sfiori, ti accorgi che puoi creare in un attimo la tua melodia preferita, come faresti con una chitarra. L’Atto 3 è scenografica pure nell’infotainment, grazie all’enorme tablet a centro plancia che può ruotare elettricamente di 90 gradi tramite un comando sul volante. Su strada, la BYD Atto 3 restituisce un vago retrogusto europeo (per inciso, il motore da 204 cavalli sfodera un'apprezzabile brillantezza, anche se lo sterzo si rivela poco preciso e comunicativo), ma gli ambiti da migliorare non mancano: i freni, per esempio, vanno lunghi sulle superfici ad aderenza bassa e differenziata, mentre la potenza di ricarica alle colonnine in corrente continua è pari a soli 88 kW, quando ci sono macchine che raggiungono quasi il doppio della potenza. Fra l’altro, l’autonomia autostradale (231 km reali) è più da citycar che da segmento C.

Negli Usa è un’icona pop al pari della Mustang: nei suoi trent’anni di carriera (dal 1966 al 96), la Ford Bronco è stata la macchina delle forze dell’ordine, una papamobile, la protagonista di un celebre inseguimento poliziesco trasmesso in diretta TV davanti a 95 milioni di americani (il caso O.J. Simpson). Dopo anni nel dimenticatoio, la Ford l’ha rispolverata in chiave moderna e negli Stati Uniti è di nuovo un successo. Che finalmente arriva anche sul nostro mercato, sebbene in due soli allestimenti e con carrozzeria a cinque porte (esiste anche la corta). Abbiamo provato la Badlands, quella più orientata al fuoristrada, che con i suoi 81 mila euro e i 355 cavalli del V6 2.7 biturbo è la rivale d’elezione della Jeep Wrangler. Non ci siamo risparmiati nulla, dai test su strada a quelli in off-road, ed è emerso un quadro molto chiaro. La Bronco ha un paio di difetti, ma del resto è un mezzo assai interessante: consuma parecchio (ma quello c’era da aspettarselo) e in frenata patisce la massa elevata e lo scarso grip dei pneumatici tassellati. Tuttavia, al volante si rivela sicura e composta, non genera quel senso di approssimazione nel disegnare le linee come alcune altre fuoristrada e vanta un powertrain piacevolissimo. Chi fosse interessato a mettere le ruote nel fango, sappia poi che l’arsenale della Badlands è tostissimo (telaio e sospensioni sovradimensionate, differenziali bloccabili, barra scollegabile): sulla nostra pista di off-road, ha impensierito quella che finora era il riferimento della categoria, la Wrangler Rubicon.

Può una Suv elettrica da oltre cinque metri e 2.832 chili giocare a fare la sportiva? Non è il caso di giungere a conclusioni affrettate: la Audi SQ8 e-tron si applica con grande tenacia alla questione. E prova a riscrivere i confini del dinamismo, almeno fra le Sport utility di taglia extralarge, con l’astuzia dei tre motori: uno davanti e due dietro, per giocare con il torque vectoring e aggiungere all’esperienza di guida una bella dose di agilità. Naturalmente, non manca la spinta taurina dei 435 cavalli totali, pronti a farvi agguantare i 100 km/h da fermo in soli 4,4 secondi (rilevati sul nostro circuito di Vairano). Se invece guidi tranquillo, con una carica puoi percorrere, in media, 330 chilometri (reali). L’abitacolo della Audi SQ8 e-tron va in direzione del lusso, interpretato in chiave moderna e perfettamente amalgamato con una componente digitale forte e ben realizzata: una gran quantità di schermi e un bilanciamento perfetto tra digitalizzazione e pulsanti fisici. Condito con una notevole disponibilità di spazio vitale, tanto davanti quanto per i passeggeri posteriori. Il tutto senza intaccare le qualità da grande routière: in un mondo che inizia ad avere le Hpc in autostrada, la SQ8 e-tron è perfetta anche nei lunghi viaggi.

Negli anni 90 la Kia Sportage è stata l’automobile che ha permesso alla Casa di Seul di farsi conoscere in Italia e in Europa, aprendole la strada al successo di vendite che avrebbe caratterizzato il nuovo secolo. Nella sezione Passato prossimo mettiamo a confronto la prima generazione della Suv coreana con il modello attuale: una “sfida” che fa capire quanto grandi siano stati i progressi della Kia in questo arco di tempo.

In attesa della variante ibrida da 100 cavalli, che arriverà l’anno prossimo, ci siamo messi al volante della Fiat 600e, ovvero la versione elettrica della B-Suv torinese: una vettura briosa e scattante, destinata a prendere il posto della 500X. Abbiamo poi testato in anteprima la seconda serie della Toyota C-HR, sempre più coupé e sostenibile, ma soprattutto con qualità dinamiche migliori del modello uscente, grazie agli affinamenti che hanno interessato il comparto telaistico. Quindi, un grande classico, sempre con passaporto giapponese: la Honda CR-V, giunta alla sesta generazione, che convince per l’elevato confort e per la proverbiale efficienza del suo sistema ibrido, ora disponibile anche in variante plug-in. Infine, l’Aston Martin DB12, che aggiorna il concetto di granturismo britannica senza snaturarlo.

Questo mese le nostre ricostruzioni delle auto non ancora svelate sono incentrate sui “piani elettrici” della Kia: dopo la EV6, la EV9 e la EV5, presentata al Salone di Chengdu, il costruttore coreano ha infatti in programma di rafforzare la sua gamma a zero emissioni con diversi altri modelli, sport utility e non solo. Il servizio di apertura delle Autonotizie è invece dedicato alla Peugeot 3008, ormai divenuta una Suv-coupé e protagonista d’importanti novità: il lancio della piattaforma Stla medium del gruppo Stellantis, e l’inaugurazione dell’ultima release dell’i-Cockpit, che è stato modernizzato in modo radicale. Un’altra auto di rilievo in arrivo è la terza edizione della Volkswagen Tiguan, che con le sue linee più atletiche e tondeggianti segna una svolta stilistica per la vettura di Wolfsburg. Riflettori puntati, poi, sulla Tesla Model 3, oggetto di un significativo restyling, e sulla Mini Cooper: Oliver Heilmer, il capo del design della Casa inglese, ci racconta com’è riuscito a evolvere lo stile rétro dello storico modello. Vi spieghiamo anche quali sono le due facce dell’elettrico nel mondo premium: se la BMW lancia infatti un’architettura nativa a batteria per l’alto di gamma, la Mercedes risponde con una piattaforma multienergetica destinata alle compatte, tra le quali non ci sarà più posto per la Classe A. Sempre in tema di architetture, ci soffermiamo sull’intesa fra l’Audi e la Saic: la Casa di Ingolstadt utilizzerà infatti un pianale di quella di Shanghai per i suoi modelli elettrici destinati al mercato cinese. Come Pechino conquistò Mosca è infine un servizio che analizza un’importante conseguenza della guerra in Ucraina: la penetrazione in forze – sia sotto il profilo produttivo sia sotto quello delle vendite – delle Case cinesi in una Russia forzatamente abbandonata dai marchi occidentali.

Nel giro di dieci anni, i modelli sotto i 15 mila euro sono spariti, o quasi: erano 57, ora sono appena due. Un’eclissi che rischia di escludere buona parte degli italiani dal mercato dell’auto. Qui trovate un riassunto più approfondito dell’articolo. Un’altra tendenza preoccupante, sia pure di tutt’altro genere, è quella che riguarda i furti delle auto, l’anno scorso aumentati del 18%. Un boom criminale che si spiega soprattutto con l’estrema vulnerabilità dell’elettronica di bordo. Qui trovate più informazioni sul servizio. Facciamo quindi il punto sui motivi che hanno portato all’improvvisa indagine anti-dumping sulle Bev cinesi decisa da Bruxelles e sulle sue possibili conseguenze. Una multopoli annunciata è invece il racconto di una storia tipicamente italiana su cui ora indaga la magistratura, quella dei due autovelox installati dal Comune di Cadoneghe (PD) su una strada dove il limite di velocità è stato abbassato da 70 a 50 km/h. Risultato: decine di migliaia di multe in poche settimane e un’esasperazione che ha portato qualcuno a compiere una sorta di attentato contro i due dispositivi. Parliamo poi della giungla dei segnali, indegna di un Paese civile: in Italia il 70% delle indicazioni stradali presenta infatti anomalie che creano confusione e situazioni di pericolo. Infine, la sesta puntata della nostra serie sulle dinastie dell’auto, nella quale intervistiamo i discendenti dei più grandi nomi delle case automobilistiche per raccoglierne aneddoti, impressioni e indiscrezioni. Questo mese abbiamo incontrato Matteo Sartori, bisnipote di Nicola Romeo, il fondatore dell’Alfa Romeo.

Dieci itinerari automobilistici, dal Trentino alla Basilicata, alla scoperta di meraviglie – nella maggior parte dei casi poco note al grande pubblico – quali il Castello di Masino, Villa dei Vescovi e il Bosco di San Francesco. È quanto vi offre questo volume di 96 pagine, realizzato in collaborazione con la Citroën e acquistabile assieme al numero di ottobre, con un sovrapprezzo di cinque euro. Il filo conduttore di QTour è rappresentato dai Beni del FAI, come quelli prima citati, ovvero ville, castelli, chiese, palazzi e siti naturali che il Fondo per l’Ambiente Italiano, con un’opera meritoria, tutela, conserva, restaura e rende fruibili. Ma i “nostri” dieci percorsi sono stati tracciati – dove possibile su strade piacevoli per chi è alla guida – in modo da toccare anche altri tesori nascosti del Belpaese.
Come richiedere allegati e dossier. Chi è abbonato a Quattroruote può richiedere gli allegati e i dossier inviando un’email a uf.vendite@edidomus.it, oppure telefonando al numero 02.56568800 (da lunedì a venerdì, dalle 9 alle 18).
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