A rischio il progetto "Scarmagno": problemi alla rete elettrica
Dopo Silk-Faw, un'altra iniziativa automobilistica affronta non pochi ostacoli nel suo percorso di realizzazione. La Italvolt ha accantonato, temporaneamente, il progetto per la gigafactory di Scarmagno a causa di una serie di difficoltà emerse nelle ultime settimane: dopo anni di deindustrializzazione, la rete elettrica dell'ex polo Olivetti (dismessa e abbandonata da almeno 30 anni) non è adeguata a sostenere le esigenze di una produzione ad alta intensità energetica come quella delle batterie. A rivelare la sorte del progetto è stato il numero uno Lars Carlstrom ad alcuni organi di informazione locale, tra cui La Stampa e il Tgr Piemonte, spiegando, però, che il proposito di realizzare l'impianto non viene meno anche grazie all'imminente firma di un accordo di finanziamento con un grande fondo di investimenti internazionale.
Nessun acquisto. Innanzitutto, la Italvolt non ha esercitato, entro la scadenza di novembre 2022, il diritto di prelazione per l'acquisto dell'area dell'ex polo Olivetti alle porte di Ivrea proprio a causa dei problemi rivelati da Terna: il gestore della rete elettrica si sarebbe anche reso disponibile a creare degli elettrodotti specifici, ma in questo caso il processo rischia di subire lungaggini burocratiche visto che servono numerose autorizzazioni da parte delle autorità competenti. "In quell'area – ha affermato Carlstrom a La Stampa – c'è un grande problema che riguarda la connessione alla rete elettrica degli impianti. Dobbiamo assicurarci che il sito possa ospitare le funzionalità di cui abbiamo bisogno: una fabbrica come la nostra consuma una quantità enorme di energia, stimiamo fino all'1% di tutta l'energia elettrica disponibile in Italia, per cui l'infrastuttura deve essere all'altezza. Ma ci troviamo in una situazione in cui la connessione alla rete potrebbe richiedere fino a quattro anni di lavoro per essere raggiunta: noi non abbiamo tutto questo tempo perché la produzione, secondo i nostri piani, deve partire nel 2025". "Stiamo lavorando – ha proseguito l'imprenditore svedese – per capire se è possibile accelerare i tempi e cosa possiamo fare", ma, intanto, "non abbiamo rinnovato l'accordo con Prelios e di conseguenza non abbiamo più l'esclusiva sul sito".
Nuova ricerca. Il problema, esacerbato forse da ulteriori difficoltà (secondo testate locali sarebbero emerse anche questioni legate agli elevati costi di bonifica dell'area), ha quindi spinto l'azienda a riavviare il processo di ricerca di siti industriali adatti, sempre in Piemonte, "che possano essere una valida alternativa a Scarmagno nel caso la situazione non dovesse sbloccarsi". L'ex Olivetti rimane comunque la prima scelta. Del resto, la Italvolt ha già speso "circa 10 milioni di euro per vari lavori ingegneristici, perizie e per il futuro allestimento della fabbrica. La nostra volontà resta quella di concludere questo processo, anche perché a livello burocratico è tutto pronto, ma non possiamo farci cogliere impreparati nel caso di ulteriori imprevisti". A ogni modo, Carlstrom, interpellato dal Tgr Piemonte, si è detto "fiducioso" di rientrare nell'accordo con Prelios per far ripartire l'iniziativa. Detto questo, va ricordato come l'intero progetto, già in ritardo a causa dell'avvicendamento a Palazzo Chigi, sia oggi oggetto di non pochi dubbi a causa del fallimento di alcuni progetti di gigafactory in Europa, tra cui quello della Britishvolt fondata dallo stesso Carlstrom per colpa della mancanza di adeguati fondi. A tal proposito, l'imprenditore ricorda di aver lasciato l'azienda britannica "nel 2020 vendendo tutte le azioni perché non ero d'accordo con l'impostazione dell'attuale management, che, per esempio, ha deciso di assumere centinaia di persone senza un motivo e ha preferito iniziare a sviluppare la tecnologia in autonomia senza prenderla in licenza, operazione assai costosa che ha portato il progetto a naufragare". Quanto ai finanziamenti per Italvolt, Carlstrom parla di contatti con un "grande fondo pensionistico internazionale" per un accordo di "diverse centinaia di milioni", che potrebbe essere firmato a breve, forse già oggi, rafforzando così l'intera iniziativa: "Non siamo in una posizione di debolezza. Siamo più forti che mai", ha assicurato l'imprenditore svedese al Tgr Piemonte.
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