Al volante della Suv elettrica
La carrozzeria ha un che di familiare, ma tutto il resto è una primizia: sono a bordo, per un breve assaggio, della prima auto elettrica della Volvo, l’attesa XC40 Recharge, che al prezzo di poco più di 61.000 full optional (il livello di allestimento è equivalente alla R-Line) debutta sul mercato italiano a partire da marzo. Le qualità tecniche sono ormai ben note, ma salire a bordo e premere l’acceleratore è un’altra cosa. Tanto per cominciare, è diversa perché non c’è il pulsante d’accensione (per non parlare del blocchetto della chiave): una volta a bordo, l’auto è già “in moto” e serve solo mettere il Drive.
Guida monopiede. Dal display centrale, aggiornato con una novità molto importante che vedremo fra poco, si seleziona una delle tre modalità di recupero dell'energia e, trattandosi di un test in città, meglio scegliere la voce “One Pedal”, che aumenta al massimo la frenata rigenerativa. Una volta fatto “il piede”, l’azione è adeguata per i rallentamenti e anche per gli stop ai semafori: in molte situazioni non è necessario usare il vero pedale del freno, peraltro molto pronto e affidabile.
Bimotore 4x4. La XC40 Recharge ha un a potenza di 402 CV erogata da due motori (e quindi è a trazione integrale) e pesa un paio di tonnellate abbondanti, ma la massa delle batterie da 75 kWh e la loro posizione la rendono incollata al terreno e quasi del tutto priva di rollio. È svelta, molto svelta. Il dato dichiarato sullo 0-100 km/h è di 4,6 secondi, mentre la velocità massima è limitata (come su tutte le nuove Volvo) a 180 km/h.

660 Nm di coppia. Non è tanto lo spunto al semaforo, ma la ripresa da 30 all’ora in su che t’inchioda al sedile. Anche se la coppia massima di 660 Nm è disponibile da subito, infatti, la logica del Power management riserva la massima potenza quando le ruote già sono in movimento, per non usurare eccessivamente le batterie. E, alla fin fine, dopo un paio di accelerate tanto per gradire, si comincia a viaggiare come si dovrebbe sempre fare con un elettrica, per viaggiare in sicurezza (aiutati dal completo sistema Adas che la Volvo implementa e migliora da anni) e gestire al meglio l’energia di bordo. A ogni modo è prevista la ricarica rapida DC fino a 150 kW: alle colonnine più rapide l’80% dell’autonomia si può recuperare in 40 minuti.
Progetti globali. Silenzio e isolamento dai rumori esterni fanno della marcia urbana un momento di vero piacere, aiutata dalla posizione di guida alta e dominante (benché i montanti anteriori siano massicci) e dall’ergonomica posizione della plancia. Difficile parlare di autonomia (per il verdetto definitivo, come sempre, ci affideremo al nostro Centro prove), ma la Casa dichiara oltre 400 km nel ciclo Wltp, un dato allineato alla concorrenza. Che, tra l’altro, tra poco la XC40 avrà “in casa”: infatti sono già pronte al debutto la Polestar 2 e la Lynk & Co 01, entrambe appartenenti allo stesso gruppod ella Volvo, che condividono gran parte delle componenti meccaniche ed elettriche ma saranno, rispettivamente, più orientate alla sportività e ai servizi di mobilità.
Android integrato. La plancia, apparentemente non modificata, in realtà sfoggia un sistema operativo del tutto nuovo, Android Automotive, che utilizza gran parte dei servizi di Google per l’entertainment e la navigazione. Più razionale che in passato, lo schermo non si “sfoglia” in orizzontale ma offre le funzioni di un tablet rapido, semplice e largamente personalizzabile.
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