Portellone ridisegnato, fianchi un po' più mossi, dodici centimetri in meno, niente terza fila di sedili. La nuova C4 Picasso, per il resto, è identica alla Grand Picasso a sette posti (provata su "Quattroruote" lo scorso dicembre). La seconda generazione della monovolume francese convince subito, grazie alla linea più filante e alla carrozzeria che seduce al primo sguardo.

La vetratura da record, con un parabrezza di due metri quadrati (e il tetto panoramico come optional), più una semplice "ondina" sulla linea di cintura, che riprende quella sotto i montanti anteriori, sdoppiati per eliminare quasi del tutto gli angoli bui, sono i suoi tratti distintivi. E infatti, a bordo, la visibilità e la luminosità sono stupefacenti, persino esagerate... davanti. Tanto che i progettisti sono dovuti ricorrere ad alette parasole enormi, con una parte a scorrimento e una parte ribaltabile. La zona anteriore dell'abitacolo è identica a quella della Grand Picasso. La spazio è quasi sconfinato davanti, mentre la grande plancia, dominata dal triplo display centrale, è priva della console, dal momento che tutti i comandi sono raggruppati al volante.

La Picasso è molto tecnologica: dalla C4 berlina eredita dispositivi come l'avviso di cambio di corsia, per prevenire colpi di sonno del guidatore, e i fari bi-xeno direzionali, mentre in più ha l'Easy parking system, in grado di misurare lo spazio tra le vetture parcheggiate. Inoltre, la 2.0 HDi elimina la frizione grazie al Cmp-6 (che sta per cambio manuale pilotato a sei marce), gestito dall'elettronica. Come tutti gli "elettroattuati", è un po' lento nella selezione delle marce, ma in città e nel traffico è un favoloso anti-stress.

Grazie al turbodiesel da 136 CV la vettura si rivela abbastanza agile e nei percorsi misti ci si può divertire cambiando con le palette dietro il volante, in modalità sequenziale. Da brava francese, poi, la C4 Picasso isola l'abitacolo da ogni tipo di asperità dell'asfalto, grazie alle ottime sospensioni (quelle posteriori, a gas, si possono pure abbassare con un tasto nel bagagliaio per facilitare il carico). Buono anche il confort acustico, fino e oltre le velocità autostradali, mentre meno convincenti sono i consumi: 8,6 litri per 100 chilometri non sono pochi.