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Convivenza elettrica
Oltre 12 mila km in compagnia della wagon bavarese, per scoprire che l'elettrico può avere senso anche in variante familiare
Quattroruote
Honda Jazz
A dispetto del nome, qui non ci sono jam session: perché la "musica", nella Honda Jazz, è ampiamente collaudata e senza improvvisazioni. Lo ribadisce con forza il restyling di metà carriera, fedelissimo alla linea e latore di una nuova calandra, così come di altri dettagli estetici: il risultato è una monovolume compatta (la lunghezza non supera i 4,05 metri), ma allo stesso tempo generosa a livello di abitabilità, al top della categoria. E poi c'è sempre il piccolo prodigio dei "magic seat", ovvero i sedili posteriori ribaltabili e ripiegabili verso l'alto: soluzione all'insegna della modularità e del pragmatismo, un marchio di fabbrica della Casa. Detto questo, il model year 2017 mette parecchia carne al fuoco, a partire dal nuovo allestimento Dynamic: una veste che punta a infondere un bel po' di grinta nella giap, sia fuori (con elementi come i cerchi di lega neri da 16", lo splitter sotto la griglia, l'estrattore posteriore e le minigonne laterali) sia dentro il cofano. È lì, infatti, che pulsa il millecinque benzina i-Vtec da 130 cavalli, gemello dell'1.3 da 102 CV e inedito in Europa: un quattro cilindri aspirato brioso e parco, associato a un cambio automatico a variazione continua.
Prestante e parsimoniosa. L'iniezione di cavalleria, unita a un cambio all'altezza (volendo, si possono utilizzare anche le palette al volante), restituisce numeri piuttosto brillanti e un certo grado di coinvolgimento. Già, questa Jazz è una Dynamic di nome e di fatto, a partire dall'accelerazione e dalla ripresa: scatta che è un piacere, riprende velocità con un bel piglio e trasmette una piacevole sensazione di compostezza negli inserimenti in curva e nei cambi di direzione, dove lo sterzo, pur non essendo un mostro di prontezza, si dimostra comunicativo e preciso. L'assetto della giap concede poco al confort (i dati del Centro prove evidenziano accelerazioni verticali importanti sugli ostacoli, soprattutto dietro), ma è parte integrante di una formula che punta le sue carte sulla sicurezza e sulla facilità di guida, assicurate da un'elettronica efficace e mai invasiva. Detto questo, chi si attende un contrappasso in termini di consumo potrà restare sorpreso, perché è proprio su questo fronte che la Jazz cala l'asso: considerate le premesse, la media rilevata di 15,4 km/litro sgombra il campo da ogni dubbio, confermando il notevole equilibrio del progetto.
Prova su strada ripresa da Quattroruote di marzo 2018, n. 751
Jazz 1.5 Dynamic Navi ADAS CVT
Prestazioni. Lo scatto e il dinamismo vanno a braccetto con i buoni consumi.
Abitabilità. Al top della categoria: fa il paio con i sedili magici.
Freni. Oggettivamente migliorabili: servirebbe più equiilibrio nelle situazioni difficili.
Confort. Gli scossoni si sentono. E il rumore, quando si spinge, pure.
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