Nella nostra rassegna "Le più belle guidate" abbiamo parlato di sportive italiane, iconici modelli americani e fuoristrada dure e pure: ora è arrivato il momento di una supercar britannica, la McLaren 720S. Quando arrivò sul mercato, il V8 da 720 CV poneva il modello al vertice della gamma (di serie) di Woking: noi l'abbiamo provato nell'inverno del 2018 sulla nostra pista di Vairano. Se vi siete persi questo test (pubblicato per la prima volta su Quattroruote di gennaio 2019) è arrivato il momento di gustarvelo, anche con la pagella e i dati rilevati dal nostro Centro Prove, che in questa occasione sono scaricabili gratuitamente.
Il tempo non è assoluto, e neppure lo spazio. Non c'è bisogno di scomodare la fisica di Einstein per rendersene conto. Succede se l'auto che stai guidando è in grado di accelerare da 0 a 200 km/h in 7,07 secondi – sì, avete capito bene – e di fermarsi da quella stessa velocità in poco più di quattro. Parlo della McLaren che vedete in queste pagine. I tempi semplicemente si dilatano o, se preferite, le distanze si accorciano. Ne riparleremo. Salire a bordo della 720S non è così semplice perché la porta, che ruota in modo spettacolare in avanti, si alza soltanto di poco e si deve pure scavalcare l'ampio brancardo. Però è uno sforzo che vale la pena di fare perché, una volta raggiunto il posto guida, si è ripagati da uno scenario pressoché unico. Si sta seduti a pochi centimetri dal suolo, in posizione avanzata e più vicini, che su altre sportive, all'asse longitudinale della vettura.
Nessuna distrazione. Grazie al grande parabrezza avvolgente, si vede molto bene in avanti, si capisce esattamente dove si mettono le ruote e si ha quasi la sensazione che l'auto finisca subito dietro le spalle. Così facendo, inoltre, i tecnici inglesi sono riusciti a ridurre la sezione frontale della vettura, a tutto vantaggio della penetrazione aerodinamica, mentre chi è al volante riceve segnali più immediati e veritieri su quello che sta succedendo alle ruote. Il sedile, realizzato per questioni di peso in un unico guscio di carbonio, è perfetto per la mia corporatura (è disponibile in due diverse taglie), anche se può porre qualche problema di adattabilità perché è regolabile solo longitudinalmente. Il volante è speciale. Piccolo (360 mm), verticale (l'inclinazione è di soli 10 gradi), tagliato nella parte bassa e conformato ergonomicamente, non incorpora alcun altro comando che non siano i due paddle del cambio (in realtà è un bilanciere). In altre parole: è essenziale. Del resto nulla, secondo la filosofia sposata da tempo dalla Casa inglese, deve distrarre dalla guida. Pulsanti e manopole sono tutti sulla console, a sinistra dello schermo del sistema multimediale, bene a portata di mano. Con il pomello in alto si regolano l'assetto e l'elettronica di controllo, con quello in basso il motore e il cambio (vedere il riquadro nella pagina accanto). Per la strumentazione si può scegliere tra il quadro tradizionale, che fornisce in modo chiaro tutte le indicazioni di bordo, e quello ridotto (contagiri a barra, marce e tachimetro digitale), che assicura maggiore visibilità: la soluzione ideale quando si gira in pista. In basso, sulla console, ci sono poi i comandi del cambio e il pulsante che attiva il aunch control. Più in alto, lo Start. Non resta che premerlo. Il V8 ha una gran voce. Già al minimo lo si sente prepotente alle spalle. Innestata la prima, la 720S si muove con dolcezza. Con il setup più tranquillo (Confort) la berlinetta inglese tira fuori un'inattesa anima gentile. In Drive le marce entrano veloci, una dietro l'altra, e mi rendo conto che, se si prescinde dal rumore, che è sempre tanto e di varia provenienza (dai pneumatici al motore: su questa versione Performance a Woking devono aver risparmiato parecchio quanto a materiali insonorizzanti), la 720S può essere utilizzata quasi come una normale gran turismo. Lo spazio non è tanto, ma in due si viaggia comunque bene, anche se molto vicini, in una sorta di mistica intimità. Di certo su questa McLaren anche il più breve trasferimento si trasforma in un'esperienza di vita.
Difficile frenare meglio. La 720S ha il differenziale libero (non c'è l'autobloccante e neppure un controllo elettronico). Questa soluzione, inusuale su una sportiva così potente, favorisce l'inserimento in curva. In uscita, invece, la motricità è garantita da un uso intenso dei freni posteriori che, agendo sulla ruota interna, di fatto, trasferiscono coppia su quella esterna. Il rovescio della medaglia è una leggera indecisione quando si affrontano i curvoni più veloci, dove un'azione bloccante, per quanto leggera, non avrebbe fatto male. La frenata, è quasi inutile che ve lo dica, è strepitosa. Il pedale ha corsa breve e richiede un certo sforzo, ma ripaga con una modulabilità straordinaria. L'azione è integrata dall'alettone posteriore che, alzandosi e ruotando in avanti, si trasforma in un aerofreno. In questo modo i freni posteriori lavorano di più, la decelerazione supera 1,3 g e l'auto diventa più stabile perché il centro aerodinamico si sposta verso la coda.
Prova ripresa da Quattroruote di gennaio 2019, n. 761
Pregi e difetti
MCLAREN 720S
720S Coupé Performance
Pregi
Guida entusiasmante. Si vive la strada (la pista) in prima persona, ed è un'esperienza esaltante: sterzo, freni, handling, motore...
Prestazioni. Va fortissimo e la cosa incredibile è che lo fa con una facilità sconcertante.
Difetti
Dotazioni di sicurezza. C'é il minimo sindacale: quattro airbag, oltre all'immancabile Esp (tarato in modo impeccabile).
Accessibilità. Il brancardo ora è più basso, ma salire e scendere richiede sempre non poca agilità.
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Le più belle guidate - A caccia dei 350 km/h con la McLaren 720S
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