C’è sempre il look Mini a renderla riconoscibile persino in mezzo a mille crossover, ma la Countryman nel corso degli anni è cambiata, nella stessa direzione degli altri modelli di Casa, a partire dalla tre porte. Ovvero, maggiori dimensioni ed equipaggiamenti sempre più completi. Quanto alle misure, la lunghezza di 4,3 metri la rende di fatto la Mini più “maxi" di sempre (supera persino la Clubman, seppur di soli 5 cm), a vantaggio dei passeggeri e del bagagliaio. Rispetto alla prima versione del modello, più tondeggiante nel gusto del design, a partire dai sedili con profili stondati fino ai dettagli dell’abitacolo come i portaoggetti della console e le bocchette, lo stile degli interni è stato ripulito e offre linee tese e profili cromati, inserti retroilluminati e una risistemazione dei tasti sul mobiletto centrale. Si ritrova il grande display tondo, ora touch (che, con il pacchetto Wired misura 8,8" invece che 6,5"), mentre la strumentazione è arricchita dall’head-up display. Buona l’abitabilità: davanti, i sedili sono dotati di appoggio allungabile per le gambe, mentre dietro c'è un pratico divano che scorre di 13 cm, anche parzialmente in modo asimmetrico, con gli schienali indipendenti e regolabili su diverse inclinazioni. La porzione centrale, inoltre, si può abbassare per ottenere un bracciolo o per far passare dal bagagliaio all’abitacolo oggetti lunghi, come per esempio gli sci. Tra gli optional, si trova anche il portellone elettrico.
Come va. Se la prima versione aveva mantenuto il più possibile le caratteristiche di leggerezza e agilità delle Mini, anche a costo di sacrificare un po' il confort, la svolta crossover, invece, ha portato con sé un assetto più morbido, seppur mai cedevole, un baricentro più alto dovuto alle dimensioni e qualche rinuncia in termini di puro piacere di guida. Abbiamo provato la 2.0 Cooper SD All4 Jungle, ovvero allestimento top, con il turbodiesel più potente, cambio automatico e trazione integrale. La trazione All4 (disponibile su tutte le versioni, tranne la One), rende la 2.0 Cooper SD una crossover ideale anche per viaggi che prevedano escursioni su terreni difficili. Su strada, si avvantaggia dell’abbondanza di cavalleria e di coppia (400 Nm da 1.750 giri), senza mai diventare troppo esuberante. Si può premere a fondo l'acceleratore, selezionare la modalità Sport, usare i paddle al volante per sfruttare le marce a proprio piacimento, ma la Countryman non diventa mai rabbiosa. Non è che vada lenta, anzi i numeri dicono proprio il contrario: lo 0-100 da 7,7 secondi e la velocità di 211 km/h sono lì a dimostrarlo (con il rovescio della medaglia di percorrenze modeste, in media 14 km/litro). Quello che è cambiato, in fin dei conti, è soltanto il sapore, un po’ meno Mini.
Pregi. Spazio a bordo: è la Mini più grande di sempre, in grado di accogliere i passeggeri con misure abbondanti nell'abitacolo e un vano finalmente adatto alle esigenze di una famiglia. Quanto alle finiture, la Countryman non teme le rivali di pari categoria premium.
Difetti. Tra gli Adas, c'è l'avviso collisione di serie, ma manca la frenata automatica. E non ci sono neppure gli avvisi angoli bui e superamento della corsia. Il peso della Countryman incide sulla guida: si ha la sensazione di guidare una Mini un po’ mastodontica, lontana dallo spirito del marchio inglese.