Dopo più di trent?anni, sei milioni di esemplari, una serie di restyling e facelift, la Panda resta la Panda. Inossidabile. Nessun?altra utilitaria ha resistito tanto e mentre le concorrenti si sono trasformate in modo radicale la piccola torinese si è evoluta e modernizzata, ma senza stravolgersi. Un po' più grande, più ricca e meglio equipaggiata e rifinita, ma sempre popolare e pratica. E anche il prezzo non è lievitato: il modello d?ingresso costa poco più di 10.000 euro.

Caratteristiche. Una volta a bordo troviamo poltroncine discretamente sagomate e imbottite, mentre la posizione di guida è rimasta la solita, alta rispetto al pianale e soprattutto rispetto al suolo, lasciando comunque con spazio a sufficienza sopra la testa. Il volante non prevede regolazioni in profondità e, guidando col sedile tutto indietro, costringe a tenere le braccia molto distese; poco precisa, inoltre, la regolazione a scatti dello schienale. Una volta prese le misure, comunque, ci vuole un attimo a prendere confidenza con i comandi. La mano destra trova subito la corta leva del cambio e anche gli altri comandi sono lì a portata di mano, fatta eccezione per il piccolo TomTom2 da quattro pollici, che finisce per distrarre l?attenzione nel gestire le schermate. Più chiara e meglio leggibile la strumentazione nel cruscotto.

Interni. Per quanto riguarda la plancia, si perde un po? l?antico sapore di concretezza e praticità, a vantaggio di un taglio più normale. Non mancano soluzioni originali, come la curiosa disposizione del quadretto comandi del climatizzatore e il disegno del volante bicolore, che ospita alcuni comandi sulle razze. Se ci si sofferma un po' di più sui dettagli, ci si accorge che le plastiche sono rigide, gli accoppiamenti presentano qualche imprecisione e non mancano sbavature che tradiscono la natura popolare della vettura. E la capacità del bagagliaio, nonostante siano cambiate le dimensioni, non ha subito significativi incrementi: secondo il nostro Centro prove, il volume di carico è pari a 206 litri. Omologata per quattro, si può (a richiesta) disporre di un posto in più, ma bisogna essere consapevoli che in tre si viaggia molto sacrificati.

Prestazioni. La Panda sfiora i 170 orari e nell'accelerazione da 0 a 100 ferma i cronometri poco sopra i 12 secondi. Quanto basta per soddisfare le normali esigenze di un?utilitaria e cioè girare nel traffico con disinvoltura, disporre di sufficiente potenza per effettuare un sorpasso veloce e tenere una velocità di crociera adeguata negli spostamenti autostradali. Questa Panda ce la fa e senza spremere troppo il 1.300 turbodiesel, che rappresenta, per chi fa tanta strada, l?alternativa al 900 TwinAir e al collaudato 1.200 otto valvole, entrambi a benzina. Nei cicli d?uso di Quattroruote, che sono piuttosto severi, la Panda in prova ha percorso quasi 18 chilometri con un litro di gasolio.

Su strada. Facile da guidare, non ha la pretesa di divertire al volante, ma ha un comportamento sobrio e dà sicurezza. Anche se lo sterzo (con assistenza elettrica) non è proprio pronto, diretto e neanche tanto progressivo. Nemmeno l?abbondante sottosterzo aiuta a seguire traiettorie precise in curva. Il fenomeno rallenta la manovra, che però si può correggere con interventi istintivi, semplicemente rilasciando l?acceleratore. Non invita alla guida sportiva neanche il cambio, un cinque marce dalla discreta manovrabilità, che manifesta qualche indurimento se maltrattato, specie in scalata. Quand'è spremuto, il Multijet alza la ?voce? e lo fa con una certa ruvidezza, tuttavia, il fastidio è reale solo oltre i 130 km/h. Sulle sconnessioni più secche le sospensioni s?irrigidiscono, trasferendo sollecitazioni agli occupanti, in particolar modo quelli posteriori. Davanti, invece, i contraccolpi sono sopportabili.