Con questo modello la Honda riporta sul mercato un’icona delle coupé sportive, segmento sempre più di nicchia. Lo fa in maniera intelligente, reinterpretandola in chiave moderna (e ibrida), senza cedere alle mode del momento: niente eccessi di schermi o effetti luminosi oltre il necessario, ma tante soluzioni tecniche raffinate e scelte ingegneristiche “alla Honda”, pensate per chi ama guidare. La sesta generazione della Prelude è una 2+2 lunga 453 cm, alta 135 e con un passo di 260 cm. L’abitacolo è “cucito” attorno al guidatore, e non solo per modo di dire: la sua seduta è più contenitiva, mentre quella del passeggero è più morbida e accogliente. La qualità percepita a bordo è buona: materiali morbidi, impostazione ergonomica, quadro strumenti digitale da 10,2” e infotainment da 9” con Apple CarPlay e Android Auto wireless. Di serie anche l’impianto audio firmato Bose. Il bagagliaio mette a disposizione 264 litri, che diventano 663 abbattendo gli schienali.
Come va. Il motore full hybrid è quello della Civic, che combina un 2.0 litri a ciclo Atkinson con due propulsori elettrici e una batteria agli ioni di litio sistemata sotto il sedile posteriore (per meglio bilanciare le masse): eroga 184 CV e ha una coppia massima di 315 Nm. Un propulsore efficiente (come dimostrano i consumi della Civic, quasi 30 km/l in città), e che qui può beneficiare anche dell’ottima base tecnica della Prelude, derivata dalla Type R: la geometria delle sospensioni resta invariata, ma molle, barre stabilizzatrici, ammortizzatori e boccole sono stati tarati appositamente per la coupé giapponese. Il risultato è un’auto dalla guida precisa, pronta nella risposta, ben piantata a terra e comunicativa. Parte del merito va anche al sistema Honda S+ Shift, che simula cambi di marcia rapidi e realistici agendo sull’erogazione e sul suono del motore, e che si controlla con le palette al volante. Di serie la suite Honda Sensing, con la guida assistita di livello 2.