La quarta generazione della Suzuki Swift è lunga 386 centimetri, due in più di prima: lo stile è rimasto lo stesso, sbarazzino, del modello precedente, ma in realtà tutti i pannelli sono stati ridisegnati, a cominciare dal cofano anteriore a conchiglia, e una coda più classica, dove spiccano i gruppi ottici a led con effetto tridimensionale. L’utilitaria giapponese è tutta nuova dentro, dove spicca una plancia completamente rivista nel design (con numerosi comandi fisici ben posizionati) e nelle finiture, più curate. L’infotainment, con un nuovo schermo da 9" sospeso nella parte superiore, offre grafica e funzionalità essenziali, è lento nella risposta ma dispone di comandi vocali e connettività wireless per Apple CarPlay e Android Auto. Per il guidatore ci sono solo regolazioni manuali (non troppo ampie), ma ci si ritaglia senza la postura preferita. Buono anche lo spazio a bordo per quattro adulti, che va a scapito di quello per i bagagli: 261 i litri misurati dal Centro prove, in linea con questo segmento, ben sfruttabili grazie alla regolarità del vano, poco rifinito.
Come va. La nuova Swift è disponibile solo con il 1.2 aspirato da 83 cavalli e 111 Nm, che a dispetto dei numeri si rivela pimpante fin dai bassi regimi, brillante anche nei sorpassi (a patto di ricordarsi di scalare marcia). La trazione è anteriore, ma volendo c’è anche l’efficace 4x4 Allgrip con giunto viscoso. Ottimi i consumi in città, dove la piccola giapponese percorre 20,6 km con un litro di benzina, che diventano 23,3 sulle statali, per una media di 19,9 km/l. Alle andature di tutti i giorni la Swift è agile e godibile, anche se occorre accettare sospensioni rigide (specialmente dietro) e fruscii aerodinamici alle velocità più elevate. Nelle manovre d'emergenza tende ad allargare la traiettoria con la coda, con un’elettronica che interviene in modo abbastanza brusco. Migliorabile la frenata: l’impianto resiste bene alla fatica ma gli spazi di arresto sono lunghi. La dotazione di Adas prevede di serie la guida assistita di livello 2, a cui si aggiunge il monitoraggio degli angoli ciechi e del traffico posteriore.