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Così il 5G connette e potenzia gli Adas - VIDEO

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La Renegade accelera lentamente dalla posizione di parcheggio e si avvicina all’incrocio con la pista, all'altezza del rettilineo. La svolta è una di quelle difficili, perché a destra la visuale è completamente ostacolata da una struttura. La Jeep non lo sa (e il conducente-tester fa finta di nulla), ma da quel lato sta sopraggiungendo, di gran carriera, una Suv gemella. Sembra il racconto degli istanti che precedono un terribile incidente e invece, poco prima che possa verificarsi qualsiasi tipo di contatto, la frenata automatica di emergenza interviene e ferma la Renegade. Merito del “dialogo” che il 5G, la quinta generazione delle reti cellulari, ha instaurato tra i due veicoli, avvisandoli della reciproca presenza quando i loro sensori non ne sapevano (ancora) nulla. Confortante, no? È solo un esempio di ciò che ci attende sul fronte dei cosiddetti Adas, i sistemi di assistenza alla guida: funzionalità come la citata frenata automatica, o il cruise control adattivo, che potrebbero sfruttare le connessioni ultraveloci per rendere la marcia ancora più confortevole, sicura e parsimoniosa. O almeno questi sono gli orizzonti prospettati da Vodafone Italia e dai suoi partner (FCA, Marelli, il Politecnico di Milano, Altran, Pirelli ed Eni Fuel), organizzatori del test day che si è tenuto presso la pista e centro di guida sicura Aci-Sara di Lainate: una giornata in cui ho potuto toccare con mano quattro esempi di 5G applicato all’automotive, anche in situazioni delicate come i sorpassi o in presenza di fenomeni rischiosissimi come l'aquaplaning.

Vodafone 5G: i test degli Adas

Cos'è e cosa fa il 5G. La tecnologia punta le sue carte sulla velocità di connessione (in prospettiva, fino a 10 gigabit per secondo), sull’affidabilità nella trasmissione dei dati e, soprattutto, sulla rapidità della risposta (entro i 10 millisecondi): in sostanza, il 5G si propone di abilitare lo scambio dati tra vetture (V2V, vehicle-to-vehicle) o tra un’auto e l'ambiente circostante (V2X, vehicle-to-everything, compresa l'infrastruttura stradale e i semafori) in tempo praticamente reale. In questo modo, dei veicoli connessi possono ottimizzare la marcia tenendo conto dei reciproci spostamenti, intervenire all’istante in caso di pericolo o anticipare delle manovre (per esempio un cambio di corsia), integrando le informazioni che provengono dai sensori di bordo (radar, telecamere e, in futuro, anche i Lidar). La sperimentazione guidata da Vodafone si è concentrata su quattro casi specifici, utilizzando dei prototipi basati sulla Renegade, sull’Alfa Romeo Giulia Quadrifoglio e sulla Maserati Quattroporte, fornite direttamente da FCA e modificate con l’aggiunta di un’antenna 5G e di alcuni display collocati all’interno. Siamo saliti a bordo - da passeggeri - per capirne meglio le potenzialità.

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Urban cross traffic cooperativo. È il caso dell’incrocio descritto all’inizio: la soluzione sfrutta il 5G per ampliare la "percezione" dei sistemi oltre gli ostacoli, emettere degli avvisi e, in caso di pericolo, attivare la frenata automatica di emergenza, anticipando sia il conducente, sia il radar.

See through. La definizione inglese rende bene l’idea di un conducente in grado di “vedere” attraverso i veicoli che lo precedono nel contesto di un’ipotetica marcia in colonna. In sostanza, il guidatore riceve in tempo reale le immagini video della telecamera frontale del mezzo che guida la fila: in questo modo, se la strada è libera e la segnaletica lo consente, è possibile effettuare un "sorpasso assistito” in tutta sicurezza.   

Highway chauffeur. In questo caso, il 5G abilita lo scambio istantaneo di informazioni come la posizione e la velocità dei veicoli che marciano in una determinata corsia, arricchendo i dati a disposizione del cruise control adattivo: in questo modo, la funzione che regola automaticamente le distanze dagli altri mezzi diventa più “intelligente” e può adattarsi meglio al traffico. Secondo Vodafone, tutto ciò si traduce in una maggiore fluidità della circolazione, meno ingorghi e, di conseguenza, in una riduzione dei consumi e delle emissioni.

Intelligent speed adaptation and control. Lo scenario più complesso: lo scambio di dati inizia a riguardare l’intero ecosistema stradale e va a comprendere non solo le informazioni sugli altri veicoli e sulla segnaletica, ma pure la presenza di eventuali cantieri, curve, semafori o situazioni particolarmente difficili: anche per questo, la Renegade e la Giulia impiegate nella dimostrazione montavano i pneumatici Pirelli Cyber Tyre, dotati di sensori in grado di rilevare le condizioni del manto stradale. Il test, in particolare, ricreava le condizioni dell’aquaplaning: mentre affrontavano l'imprevisto, i prototipi erano in grado di registrare i dati e di comunicare il potenziale pericolo ad altri mezzi. Liberi, a quel punto, di adeguare dinamicamente la velocità in base alle informazioni ricevute.

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Tra presente e futuro. Non è un caso che i test siano stati presentati nelle vicinanze di Milano, una delle cinque città italiane (le altre sono Torino, Bologna, Napoli e Roma) in cui Vodafone ha introdotto il 5G a partire da giugno. Come ha sottolineato Aldo Bisio, amministratore delegato di Vodafone Italia, il capoluogo lombardo è la città del Vecchio continente maggiormente coperta dalla nuova rete cellulare: nel 2018, a fronte di 90 milioni di euro di investimenti, la sperimentazione aveva già raggiunto l’80% della popolazione meneghina, "sempre nei limiti elettromagnetici previsti. Quelli italiani - ha precisato il manager - sono i più severi in Europa e il 5G, rispetto al predecessore, non introduce elementi di diversità. Insomma, non cambia niente: ciò che veniva rispettato prima, sarà rispettato in futuro". Ovviamente, i test dovranno fare i conti con la realtà, i tempi d'adozione e la richiesta del pubblico, fattori che non dipendono dalla sola disponibilità di una tecnologia. Secondo Vodafone, le prime applicazioni in ambito automotive potrebbero apparire dopo il 2022, chiaramente “in base alla disponibilità delle infrastrutture”: una questione, al momento, per nulla scontata, perché se è vero che Milano e la Lombardia ambiscono al primato tecnologico in ambito europeo, altre zone del paese si trovano in situazioni molto diverse. Sul fronte costruttori FCA, presente in forze con i tecnici che stanno testando i sistemi 5G, ci ha chiaramente detto di "essere pronta" ad abbracciare la svolta: semmai, si tratterà di individuare i sistemi più efficaci nel veicolare al conducente tutte queste informazioni, senza "invadere" la guida. Vedremo: di sicuro c'è che i quadri strumenti, per quanto depurati del superfluo, non potranno più essere quelli di oggi.  

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